Treviso, scenari di un attentato: così scatta l’emergenza
La Prefettura coordina “Venetica 2017”, simulazione concreta di intervento diretta da Roma. «Ma per Treviso non esiste un pericolo specifico»

TREVISO. Un terrorista all’aeroporto Canova, una bomba in Piazza dei Signori, un attacco batteriologico in un centro commerciale. Contesti drammatici che la Prefettura non pronuncia mai, parlando sempre di «scenari drammatici e altamente aggressivi», ma evocati dall’esercitazione di protezione civile organizzata da tutte le forze dell’ordine della provincia mercoledì e giovedì. Una grande prova generale di come, in caso di attacco terroristico a altra grave minaccia, dovranno coordinarsi gli uomini e le donne ai posti di comando di esercito, carabinieri, polizia, guardia di finanza, vigili del fuoco, ma anche Suem, Comuni e Provincia, Prefettura, Regione, Arpav. L’esercitazione, denominata “Venetica 2017” e per soli posti di comando (il “cervellone” ha lavorato nei locali della Prefettura, senza spostare uomini e mezzi sul territorio), è stata coordinata dal Ministero dell’Interno. Ed era prevista da tempo: al momento per Treviso non esiste, ha sottolineato la Prefettura, una minaccia concreta di scenari simili a quelli paventati nella simulazione.
«Il Ministero ha diretto da Roma le operazioni, mandando di volta in volta input diversi, a breve distanza di tempo, relativi a scenari altamente drammatici, compresi quelli di eventuali attacchi terroristici» ha spiegato il Prefetto Laura Lega, «il tutto per testare la capacità di risposta e di collaborazione tra gli enti. Siamo soddisfatti del risultato: la risposta è stata efficiente e robusta». Tra gli enti impegnati nella simulazione i vigili del fuoco con il comandante provinciale Nicola Micele, che spiega: «Abbiamo affrontato il tema delle risorse umane e materiali a disposizione, lavorando sulla condivisione delle informazioni nell’emergenza». Coinvolti nella simulazione anche musei e Università, in uno scenario che prevedeva molteplici “input” (attacchi o emergenze di questo tipo) in luoghi diversi della città di Treviso e della provincia, compresi i distretti industriali. Anche con armi non convenzionali.
«Con un lavoro di questo tipo abbiamo voluto tranquillizzare la comunità, mostrando la nostra capacità di reazione» spiega Laura Lega, «non ci sono in ogni caso pericoli imminenti, e ci auguriamo che questo resti sempre un “gioco”, pur con tutta la concentrazione e attenzione che tutti ci hanno messo».
(a.d.p.)
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