Treviso: negozi aperti a Pasquetta, la rivolta dei sindacati

TREVISO. Le festività a braccetto con le polemiche. Succede a ogni Pasqua o Natale, motivo del contendere sono sempre le aperture straordinarie dei supermercati. Che, in tal caso, riguardano essenzialmente il lunedì dell'Angelo: se domani la maggior parte delle attività terrà le serrande abbassate, lunedì - giorno festivo - gli esercenti hanno deciso in massa di tenere aperto. La posizione di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil è netta, deroghe non sono più ammesse: «Invitiamo tutti i lavoratori che non hanno sottoscritto l'obbligo nelle giornate domenicali e festive ad astenersi dal lavoro. Lasciamo liberi i dipendenti che hanno firmato la clausola di disponibilità», recita la nota divulgata ieri dalle tre sigle sindacali. Forze sociali sul piede di guerra, quindi, con la richiesta perentoria al governo di mettere le mani sulla legge "Salva Italia", che nel 2011 introdusse la liberalizzazione degli orari.
«Radici cristiane stravolte». Una querelle diventata ormai refrain, puntuale come una cambiale. E vi s'inserisce pure il senatore Udc Antonio De Poli: «Il governo intervenga contro le aperture dei centri commerciali nelle festività, la legge sulla liberalizzazione degli orari è sbagliata. Diciamo no allo shopping a Pasqua». Il riferimento alle «radici religiose stravolte». E il mirino, stando almeno alle indicazioni della Marca, puntato sulle aperture a Pasquetta, 25 aprile e primo maggio.

Chi resta aperto a Pasquetta. Domani, intanto, nessuno alzerà le serrande. L'opposto del lunedì dell'Angelo, quando la gran parte degli esercizi commerciali garantirà scaffali fruibili e casse operative. A Treviso, pur con orario ridotto 9-13, terrà aperto il market Pam di piazza Borsa, non una novità in giornate festive. E, in parallelo, saranno accessibili gli ipermercati Panorama (orario continuato, 8.30-20) e Famila (mezza giornata). A ridosso del capoluogo, si potrà fare la spesa al Conad di Olmi e all'Emisfero di Silea. Aperto pure il megastore Giardini del Sole a Castelfranco.
Altre valutazioni, invece, per il Conè di Conegliano: chiuso domani e lunedì, ma fruibile il 1° maggio. Acquisti dell'ultim'ora impossibili pure al Despar e alla Coop di Treviso, anche se nel primo caso si potrà riempire il carrello per la Liberazione. La tendenza a tenere aperto a Pasquetta s'estende pure ai negozianti del settore abbigliamento, che seguiranno la stessa filosofia dei loro colleghi dell’alimentare: lunedì si potranno scovare trucchi o profumi da Coin (orario continuato, dalle 10 alle 20), ma anche acquistare scarpe da Pittarosso in viale della Repubblica o magliette da Oviesse (ore 10-13, 15.30-20) in via Indipendenza.
«Aperture selvagge non tollerabili». Decisioni che le tre sigle sindacali ritengono intollerabili: «Con le aperture selvagge la nostra società deperisce e smarrisce i valori più pregnanti in nome del profitto», il grido di dolore di Cgil, Cisl e Uil, «dentro questa deriva il consumo diviene l'unica dimensione in cui vivere, tutti gli altri valori che definiscono la nostra esistenza di uomini e donne vengono cancellati». Parole che tuttavia non sembrano concedere margini per trattative. Parole, soprattutto, che ritorneranno prepotenti a fine mese, per le ricorrenze della Liberazione e della festa dei lavoratori. Qualche negozio o market non rende ancora ufficiali le proprie decisioni, tanti i punti interrogativi.
Chi resta aperto il 25 aprile. Però non mancano le aperture già fissate per il 25 aprile: il Despar di vicolo Biscaro come gli iperstore Emisfero e Giardini del Sole. E per la festività successiva, ecco le probabili serrande alzate al centralissimo Pam e le certe aperture di Oviesse e Coin. Tutta colpa, ribadisce il partito del no al lavoro festivo, della liberalizzazione targata Monti: «Le festività vanno trascorse a casa, in famiglia, con i propri cari», il messaggio di De Poli, «è un diritto dei lavoratori che non può essere barattato con la voglia delle aziende di fare business». La polemica, puntuale, torna per ogni Pasqua o Natale. E la spesa nelle feste, intanto, diventa normalità.
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