Treviso piange Elisabetta Durigon, una vita per gli altri. Era amica di Tina Anselmi

L’anziana si è spenta a 90 anni. Aveva partecipato alla fondazione della cooperativa Bachelet, aveva fatto parte dell’Azione Cattolica e delle Dame di San Vincenzo, di CittadinanzAttiva e dell’associazione OltreCagnan

Alessia De Marchi
Elisabetta Durigon
Elisabetta Durigon

Chi non ricorda quella coppia distinta ed empatica passeggiare a braccetto per le vie del centro di Treviso e sorseggiare insieme un caffè in piazza Pola? Lei, Elisabetta Durigon, impiegata delle Generali in pensione; lui, Pietro Bragaggia, una vita a insegnare fisica agli aspiranti geometri.

Elisabetta, amica di Tina Anselmi, non c’è più: è morta venerdì 10 gennaio all’età di 90 anni. Originaria del quartiere di San Giuseppe, aveva vissuto la guerra dietro casa. Decima di 13 fratelli, abitava a ridosso della ferrovia. Raccontava di quella volta che con la sua famiglia era sfuggita alla fucilazione. Da un treno tedesco erano sparite merci. L’accusa era caduta sulla sua famiglia. Genitori e figli erano stati schierati, spalle al muro e fucili puntati. A salvarli la musica. Sì, la musica.

Un tedesco che si fermava a casa di papà Durigon, organista di San Nicolò, per suonare il piano, aveva garantito per loro: «Sono gente per bene» e i fucili si era abbassati. Finita la guerra, Elisabetta si era sposata con Pietro e si erano trasferiti in centro città. Lavorava come impiegata nelle assicurazioni. La chiamavano per comporre contenzioni, date la sua capacità umana e professionale di mediare.

Aveva fatto la catechista in parrocchia a San Giuseppe. «Una volta in pensione», racconta la figlia Sandra, «ha continuato a dedicarsi al volontariato nella parrocchia di Sant’Agnese e nel mondo delle associazioni. Seguiva corsi di Teologia ed era una grande lettrice, appassionata dei classici che citava a memoria».

Era tra le fondatrici di “Donna e società”, associazione che curava eventi e convegni su temi di attualità in città. Negli anni 70-80 del secolo scorso aveva partecipato alla fondazione della cooperativa Bachelet, di cui diresse per alcuni anni le case diocesane di Molina di Fiemme e Caviola.

Ha fatto parte dell’Azione Cattolica e delle Dame di San Vincenzo, di CittadinanzAttiva e dell’associazione OltreCagnan. Si era impegnata con il gruppo delle donne Dc a sostegno di Tina Anselmi. Per anni ha gestito la contabilità delle ospiti nella casa di riposo delle suore francescane di Treviso a titolo volontario e ha organizzato raccolte fondi per le missioni. Oltre a Sandra e al marito, lascia l’altro figlio Stefano. I funerali mercoledì 15 gennaio alle 15 nella chiesa di Sant’Agnese. 

 

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