Pronto soccorso, mancano 15 medici: l’Usl 2 va a caccia di gettonisti

In Pronto soccorso 8 a tamponare. Il dg Benazzi: «La medicina d’urgenza ha carenze strutturali»

Valentina Calzavara
Mancano medici al Pronto soccorso di Treviso
Mancano medici al Pronto soccorso di Treviso

Concorsi che vanno deserti, graduatorie esaurite, sostituti introvabili. Al Pronto soccorso dell’ospedale di Treviso mancano oggi all’appello 15 medici, nonostante l’ultima ricognizione effettuata dall’azienda sanitaria abbia portato a individuarne 8 per tamponare la grave carenza.

Ora si tenta anche la strada di un bando per manifestazione di interesse che sarà aperto a oltranza, fino a fine anno, per individuare professionisti interessati a effettuare delle prestazioni aggiuntive nei reparti di ps in maggiore sofferenza, contribuendo a garantire i turni di guardia e l’accettazione dell’utenza. L’Ulss è pronta a comprare ore di prestazioni.

IL PUNTO

«La medicina d’emergenza urgenza vede da anni delle carenze strutturali di personale medico, che non riusciamo ad individuare per coprire i posti vacanti» afferma il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi.

Nonostante tutti gli sforzi, i medici prontosoccorsisti sono figure sempre più rare. «Li cerchiamo di continuo, la Regione ha messo a disposizione cento euro lordi all’ora come incentivo, ma si fa fatica a trovare personale che accetti di venire a lavorare nei pronto soccorso». Una situazione che riguarda l’intero nostro Paese e la Marca non fa eccezione.

SCARSO APPEAL

Il medico di pronto soccorso costituisce una delle mansioni con meno appeal in assoluto. «È indubbiamente un lavoro duro, faticoso e rischioso» prosegue il dg Benazzi «al pronto soccorso arrivano le situazioni più svariate, occorre fare diagnosi, mettere in osservazione i pazienti, stabilire chi deve essere ricoverato».

Il filtro tra il territorio e l’ospedale risente anche della forte esposizione del personale a situazioni di insofferenza e violenza da parte dei pazienti o dei familiari in attesa.

Ogni anno le aggressioni verbali o fisiche segnalate dal personale dell’Ulss 2 sono circa 700 in totale, in maggioranza rivolte verso operatrici donne, causando in un caso su quindici degli infortuni veri e propri, con convalescenze anche lunghe. In questa casistica generale, il pronto soccorso costituisce uno degli ambienti di lavoro maggiormente esposti al problema delle aggressioni, tanto che il fenomeno viene contrastato con la presenza di un posto di polizia, l’ausilio di vigilanza privata la sera, protezioni di sicurezza per l’operatore del triage, corsi di autodifesa per i professionisti.

IL BANDO

La carta del bando, aperto fino a dicembre per individuare medici disposti a effettuare turni di guardia che l’Ulss 2 è pronta ad acquistare, costituisce un ulteriore tentativo per arginare il problema.

A livello provinciale, l’Ulss di Treviso si colloca al terzo posto per la numerosità dei codici bianchi con quasi 110 mila utenti e quarta con oltre 2.700 pazienti annui gestiti in codice rosso, in situazioni di massima gravità. 

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