Baby gang, cantieri e traffico: Marieta non sfugge al rogo
A Ponte Dante il tradizionale Processo aea Vecia. Migliaia di persone alla requisitoria. Ironia e risate secondo tradizione sui malanni della città, con il Gruppo folkloristico trevigiano

Dove Sile e Cagnan s’accompagna, si è rinnovata l’ironica tradizione del Processo aea Vecia di metà Quaresima. O meglio, la «Contessa, baronessa, duchessa, squasi principessa Marieta» (alias, il sindaco Mario Conte). Chiamata a rendere conto di un anno di fatti e azioni dinanzi alla corte inscenata dal Gruppo folkloristico trevigiano (spettacolo dedicato allo scomparso Luigino Visentin).
Con uno sguardo al futuro (politico) e alle (non celate) aspirazioni regionali del primo cittadino: «Ma dove che te ve o Marietina, in Region a comandar?». Scenario verosimile? «Non lo so – ha replicato Conte –. E perché sicuramente il prossimo anno saremo qui a festeggiare il 58esimo processo». Quindi ha messo le mani avanti: «Per il sottopasso della stazione, mi sono arrabbiato pure io con me stesso. Chi indossa questa fascia si deve aspettare una serata dura, ma è uno sprone a fare sempre meglio».

Sebbene l’esito fosse scontato – c’è sempre il rogo ad attendere la povera Marieta – il popolo ha ascoltato con attenzione ogni singola parola della giuria. Presenti pure il presidente della Provincia Stefano Marcon e l’assessore regionale Federico Caner. A macchiare la fedina penale di Marieta, «i tosati che i se pitufa in centro dea cità» con un 22enne tragicamente ucciso.
E poi «i lavori che no i fenise mai». I cantieri del centro ma anche il Put e la strada Ovest «sempre intasati». E poi il nuovo codice della strada, «che basta poco, un bicchiere per essere multati». Risultato? «Far lavorare gli avvocati».
Ma i guai riguardano anche la sicurezza, con i quartieri che organizzano le ronde per difendersi. E ancora, l’inquinamento atmosferico, il costo degli affitti e il personale dei pronto soccorso sempre più a rischio aggressioni.
Insomma, niente da fare per Marieta, chiamata a espiare i mali di un Comune intero bruciando tra le acque in uno spettacolare falò notturno acceso dal Gruppo sommozzatori. Purificata dalle fiamme, Treviso ora può vivere un nuovo anno. Tra chiari e scuri: c’est la vie.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso