A Treviso la Lega avvisa Fratelli d’Italia: «Ci sfidate? Noi da soli»
Durissima reazione alla volontà degli alleati di esprimere il candidato sindaco nel 2028: «Nel 2018 vinto senza di voi»
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«Attenzione, chi troppo vuole nulla stringe: prima di concentrarsi sul “totocandidati”, bisogna avere programmi e consensi sul territorio: Bassano docet, come pure Preganziol». È piccatissima, la risposta della Lega cittadina a Fdi, che dal congresso comunale di sabato aveva lanciato un’Opa politico-amministrativa sul candidato sindaco del 2028, rivendicando la prelazione.
Il Carroccio non l’ha presa bene. I vertici cittadini, il coordinatore Sandro Zampese e i segretari di sezione Christian Schiavon (pure capogruppo ai Trecento), Guerino Mancini, e Marco Tonellato avvisano gli alleati. Tali a Roma a Venezia, da Treviso a molti comuni di Marca, ma ora certo meno “amici”. «Meloniani avvisati, mezzi salvati?».
Pare di sì, con tanto di excursus storico: «Nel 2018, con Conte, grazie al lavoro fatto da tutti i nostri militanti e candidati, abbiamo tolto il governo della città alle sinistre, senza FdI», insiste il Carroccio, «E nel ’23 abbiamo confermato il successo amministrativo senza peraltro che FdI sia stato dirimente. Se poi si preferiscono le sfide, sappiano che ci siamo abituati, ci caricano e ci piacciono».
Sconcerto è dir poco, quello leghista per le parole di Borgia e di De Luca: «Registriamo che più di strategie politiche ed amministrative del territorio, si è discusso su candidature regionali e sul futuro sindaco della città di Treviso, con allusioni anche alla temporalità del mandato, che vanno contro le normali regole del patto di alleanza tra forze politiche». E la Lega manifesta tutta la sua irritazione, laddove ricorda come «i vertici e gli amministratori della Lega non si fanno dettare l’agenda politica da terze persone o da altre forze politiche».
Ma c’è di più. Zampese, Schiavon, Guerini e Tonellato sottolineano come i meloniani di Ca ’Sugana e di palazzo dei Trecento non abbiano invece mai creato problemi: «Le diverse componenti politiche che formano la squadra di governo della città nell’amministrazione Conte sono affiatate ed unite nel perseguire gli obbiettivi del programma di mandato, avallato dai nostri cittadini; basterebbe prendere esempio da come lavora e si confronta questa squadra, per avere il “protocollo” di come interagire politicamente tra alleati».
Come dire che per la Lega c’è un partito meloniano con cui c’è armonia, ed un altro con cui invece i rapporti sono tesi (e qui va ricordato come Conte non abbia mai gradito ad esempio le uscite di Fabio Crea, come le note del circolo cittadino). La Lega sembra voler suggerire a Borgia e De Luca di emulare le due assessore Sernagiotto e Vettoretti, e il gruppo consiliare (il capogruppo Guido Bertolazzi, Davide Acampora, Carlo Alberto Correale, Jennipher Gola, Alberto Ciamini). Ma Zampese & Co. dovrebbero forse vedere il video del congresso del Carlton: tutta la sala, dunque assessore e consiglieri compresi, applaudiva sia Borgia che De Luca...
Riverberi sulla maggioranza? I big leghisti non si sbilanciano, ma avvertono anche su questo fronte: «Non è di buono auspicio, per il futuro percorso comune, inneggiare a vuote sfide su “poltrone”, senza minimamente confrontarsi sui reali temi del territorio, con il nostro movimento che a livello amministrativo ha un ampio consenso ed un peso notevole dato dalla fitta rete degli amministratori».
Domanda inevitabile: come governano insieme questi alleati che non si lesinano stoccate e che tradiscono insofferenza reciproca continua? I nuovi rapporti di forza paiono mettere in discussione anche il centrodestra del capoluogo. —
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