La grande fuga dai tre mercati di Treviso: i banchi vuoti sono 32
Un bando per le piazzole dismesse dentro e fuori mura. Burchiellati: né pedonalizzazione né rinnovamento

Le piazze cittadine vivono da anni una situazione di difficoltà tra mancanza di clientela e di operatori disposti a scommettere sia nel centro storico che in periferia.
Lo testimoniano i 32 spazi mercatali abbandonati di Treviso, 18 dei quali in centro. Per risolvere la sofferenza del mercato settimanale del cuore di Treviso – recentemente premiato dalla regione tra i luoghi simbolo delle attività produttive regionali – sono state annunciate iniziative e rivoluzioni mai fatte.
La situazione tra piazze e periferie
La criticità sotto gli occhi di San Tomaso è conclamata il martedì, quando molti ambulanti nemmeno si presentano e dove 10 banchi sono sfitti da mesi. Ma anche i due stalli lasciati liberi negli ultimi tempi in piazzale Burchiellati, al sabato, non sono un bel segnale.
Peggio ancora però forse i sei banchi vuoti in due dei luoghi simbolo della vita degli ambulanti cittadini: il mercato delle verdure di San Parisio (cinque) e la Pescheria (uno).

Luoghi che più di tutti rappresentano la storia della città, dei suoi abitanti e del suo commercio, e che forse proprio per questo soffrono visto che la vivacità dell’entro mura è sempre più ridotta e demograficamente infeltrita.
Eppure soffre anche la periferia, con un mercato di San Liberale che conta ben otto banchi sfitti tra alimentari e non alimentari, e il mercato di San Pelajo del venerdì, dove i pochi ambulanti presenti a quanto pare bastano e avanzano visto che ci sarebbe spazio per altri sette, ma nessuno s’è fatto avanti.
Il bando, ma per chi c’è già
Davanti a questi vuoti, l’amministrazione, regolamento ala mano, ha deciso di aprire una procedura di “miglioria”, che prevede di offrire gli spazi sfitti agli attuali ambulanti in attività nell’area, dando loro quindi la possibilità di cambiare posto, se lo ritenessero opportuno.
Non ci saranno nuove occupazioni, quindi, ma solo nel caso spostamenti interni. Il nodo quindi resta: che fare? In passato si è annunciato tanto e fatto poco.
Il secondo mandato Conte si è aperto con le parole dell’assessore al commercio Rosanna Vettoretti («Rilanceremo il mercato», «riorganizzeremo il mercato»), e con quelle dell’assessore alla mobilità De Checchi che preannunciava una sperimentazione pedonale già messa su carta, ma senza data di attuazione.
Il rilancio mancato
Cosa si è fatto? Nulla nonostante anche il sondaggio fatto tra gli ambulanti sulla proposta di pedonalizzazione e riorganizzazione dei banchi del centro avesse incassato vastissimo favore.
Colpa di una città intasata di traffico, in cui ogni singola minima variazione rischia di far saltare il banco della mobilità e quindi nulla si tocca, ma anche forse di idee di rilancio che mancavano allora e oggi.
Il prolungamento pomeridiano del mercato del sabato fatto a novembre venne promosso come «grande iniziativa», ma si fermò lì, come compensazione della giornata “persa” in occasione della DeeJay Ten, mesi prima.
Lo stesso spostamento di dieci banchi da dentro a fuori mura per permettere i lavori (in ritardo) sulle mura è stato un mezzo caso di Stato rinviato di un anno.
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