Allarme superbatteri, nel Trevigiano oltre 50 casi all’anno e un team per difendersi

L’Ulss 2 costituisce una squadra di esperti per affrontare il problema. «L’assunzione di troppi antibiotici non appropriati è una emergenza che non va sottovalutata». Ecco come sarà composta la squadra di esperti 

Valentina Calzavara
Francesco Benazzi durante una conferenza
Francesco Benazzi durante una conferenza

Aumentano le infezioni causate da batteri resistenti a tutti i tipi di antibiotico e che non rispondono alle cure. «Dal 2017 ad oggi siamo passati da una trentina a una cinquantina di casi di pazienti che contraggono questi germi che è difficilissimo debellare, talvolta impossibile con conseguenze fatali. Quello delle infezioni multiresistenti legate all’abuso di antibiotici nella popolazione è un vero tsunami, perché tali infezioni non sono controllabili» afferma il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi.

Il gruppo di specialisti

Per far fronte a questo allarme di salute pubblica, l’azienda sanitaria della Marca ha da poco costituito la squadra One Health, un gruppo di specialisti chiamato a studiare misure e azioni concrete per contenere l’aumento dei superbatteri che, da qui al 2050, diventeranno la prima causa di morte nel nostro Paese, superando addirittura i tumori.

Si tratta di un’emergenza globale, già lanciata dall’Oms, che sta spingendo le singole Ulss a prendere delle contromisure, visto che gli ospedali sono uno dei principali contesti in cui si diffondono i germi refrattari agli antibiotici a causa della presenza di persone malate con basse difese immunitarie.

I più pericolosi 

«Tra questi abbiamo avuto dei casi di infezione da campylobacter jejuni che colpisce il tratto digerente, da enterococco faecalis che coinvolge le vie urinarie, ma causa anche meningiti ed endocarditi; quindi, pazienti colpiti da acinetobacter baumannii, un coccobacillo che attacca le vie respiratorie ma può anche infettare delle ferite; nonché da pseudomonas aeruginosa che entra nel sangue» aggiunge il manager Benazzi.

Tra i più terribili, va segnalato anche il New Delhi, arrivato dall’India e approdato nella Marca qualche anno fa, e il Klebsiella con enzimi KPC che neutralizzano l’antibiotico. Chi li contrae viene isolato e non sempre riesce a superare le gravi infezioni. Attraverso la microbiologia molecolare, una volta identificato il tipo di patogeno, viene fatta la segnalazione in reparto.

«Facciamo dei cocktail di antibiotici ma abbiamo pochissime chance per sconfiggerli» aggiunge il dg. Segue l’attivazione di una procedura di sicurezza per proteggere i sanitari ed evitare che il germe si diffonda all’interno dell’ospedale. Con la creazione della squadra One Health, le armi contro i superbatteri verranno affilate.

«L’assunzione di troppi antibiotici in modo improprio è un’emergenza da non sottovalutare» sottolinea Benazzi «per questo ho fortemente voluto riunire un pool di esperti che andrà a lavorare sulla prevenzione, sulla cultura del corretto uso dei medicinali e sulla gestione dei casi critici di antimicrobico-resistenza e infezioni correlati all’assistenza».

Il gruppo

All’interno dell’Ulss di Marca sono stati quindi scelti diciassette professionisti. A presiedere il team il dottor Stefano Formentini, direttore sanitario dell’Ulss; al suo fianco il primario di Malattie infettive Mario Giobbia; la direttrice di microbiologia Elisa Vian; la coordinatrice del servizio aziendale per la prevenzione del rischio infettivo Raffaella Ramon.

Cinque i componenti in rappresentanza delle direzioni mediche-ospedaliere dei tre distretti: le dottoresse Paola Anello e Federica Gasparini per Asolo; i dottori Matteo Mazzer e Stefano Pagot per il distretto di Pieve di Soligo; la dottoressa Stefania Bellio per Treviso e Oderzo. Per le farmacie ospedaliere interverrà la dottoressa Martina Donadi; per le l’assistenza farmaceutica territoriale la collega Elena Ganassin.

I referenti per le cure primarie distrettuali sono Gino Sartor (Asolo); Daniele De Nardo (Pieve di Soligo), Emanuela Rigo (Treviso-Oderzo). Cruciale sarà anche l’apporto del settore veterinario per arginare l’utilizzo di farmaci in allevamento. Partecipano a One Health per il dipartimento di prevenzione, sia Paolo Zanin, il direttore del servizio veterinario di igiene e alimenti di origine animale, sia i colleghi Ernesto Pascotto e Fabio Curto del servizio veterinario di sanità animale. 

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