Treviso, a Santa Caterina prende forma l’antica abside. «Sarà finita a ottobre»
Affacciata su piazza Matteotti, i lavori sono costati 800 mila euro, stanziati dal ministero
TREVISO. Tra 50 giorni, salvo imprevisti, i trevigiani potranno godere della “nuova” abside di Santa Caterina, ricostruita – l’originale è stata abbattuta in epoca napoleonica – nel rispetto della sua struttura originaria.
«I lavori per il rifacimento dell’abside stanno volgendo al termine, per l’80% sono stati completati, termineranno i primi di ottobre, poi ci dedicheremo alla sistemazione dell’area esterna antistante» spiega l’assessore ai Lavori pubblici Sandro Zampese. Sono 800 mila gli euro stanziati, ottenuti dal fondo del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, 270 i giorni di lavoro, con l’utilizzo di materiali di eccellente qualità, tra cui mattoni fatti a mano per mantenere intatta le tonalità dell’ocra e legno pregiato e vetro per la cupola. E continua è la sinergia tra il progettista, l’architetto Toni Follina, la Soprintendenza e gli assessorati ai Lavori pubblici e alla Cultura del Comune di Treviso.
La costruzione della zona absidale dell’ex convento e oggi museo di Santa Caterina risale al 1346, ma fu interrotta bruscamente due anni più tardi a causa dell’epidemia di peste che aveva colpito la città. I lavori furono completati agli inizi del 1400, quando la chieda assunse le dimensioni attuali. Fu durante il periodo napoleonico, però, che venne trasformata e ridotta, diventando un magazzino, alla mercé degli austriaci. E l’abside abbattuta.
«Il progetto di recupero dell’abside risale a dieci anni fa, promosso sempre dall’architetto Follina: in questo tempo è stato rivisto e riaggiornato, fino a quando sono cominciati i lavori insieme alla soprintendenza con il professor Magani e l’architetto Rallo, e con l’ingegner Marco Sari, che si occupa della direzione dei lavori. L’architetto Folina è riuscito a scoprire la fondazione originaria dell’abside mutilata dagli eventi napoleonici e si è scoperto che non era a semicerchio, come si pensava, ma che era stata concepita con una fondazione poligonale» spiega l’assessore.
«Il complesso di Santa Caterina tornerà all’antico splendore e alla sua originaria spazialità, offesa e abbattuta in epoca napoleonica e usata promiscuamente in epoca austriaca. Noi trevigiani torneremo a godere degli spazi originali della ex chiesa. Una volta terminati i lavori procederemo alla definizione dell’allestimento museale, sempre in accordo con i tecnici, per rispettare la bellezza originaria dell’edificio». Ultimati i lavori per il recupero dell’abside, inizieranno quelli sull’area esterna che prevede due panchine e una nuova pavimentazione e, se il cronoprogramma verrà rispettato, sarà possibile visitare la prima esposizione la prossima primavera.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso