Trevisauto chiede il concordato «In crisi dopo General Motors ma continueremo a lavorare»

VILLORBA. La crisi di General Motors mette in ginocchio anche Trevisauto, storico concessionario di viale Felissent a Villorba (in foto), con sedi - negli anni scorsi - anche a Quinto, Oderzo e Silea. Trevisauto ha chiesto il concordato preventivo in continuità, mercoledì il Tribunale di Treviso ha autorizzato la società a presentare un piano dettagliato di ristrutturazione. Il concessionario continuerà a lavorare e i dipendenti non rischiano il posto, ma l’azienda dovrà presentare un piano di rientro dai debiti. Una doccia fredda per una società presente sul mercato dell’automobile da più di quarant’anni.
«Ce la faremo, ci troviamo in questa situazione a causa di una nostra consociata che non ha ottemperato certi rientri» spiega il legale rappresentante della società, Giovanni Genova, che prova a guardare con ottimismo al futuro. Anche la vicenda General Motors, con la profonda crisi del 2009 che ne sciolse la divisione europea, liquidò i marchi Opel e Saab e cambiò le modalità delle importazioni di Chevrolet, ha inciso sul destino di Trevisauto: «Eravamo i rivenditori ufficiali per Saab, Opel e Chevrolet, di fatto dopo quella vicenda siamo rimasti senza i marchi ufficiali» spiega Genova, «abbiamo resistito nonostante le spese importanti cui dobbiamo far fronte, ora cerchiamo un partner ma nel frattempo l’attività continua normalmente. I dipendenti sono sempre stati pagati e la società continua a erogare i tradizionali servizi, guardiamo avanti con fiducia: il concordato serve proprio a dare garanzie». Il Tribunale ora ha concesso a Trevisauto il termine del 27 settembre per la presentazione di una proposta definitiva di concordato preventivo, nominando il commissario giudiziale (Massimo Roma) che vigilerà su ogni attività della società in questo periodo.
Per i concessionari di Marca è periodo di turbolenze. Ha fatto parecchio discutere (e infuriare i clienti) il caso di Motorsport, società di Villorba che rappresenta il marchio Bmw balzata agli onori dalle cronache per le proteste dei clienti che dopo aver versato la caparra non ricevevano le loro automobili. Un caso sicuramente molto diverso - e più grave - rispetto alla crisi che ha colpito Trevisauto. Anche Bmw si era mossa per cercare di sbloccare la situazione e calmare decine di clienti infuriati. Pochi giorni fa il Tribunale di Venezia ha accolto l’istanza di fallimento con la gestione provvisoria della catena di concessionarie Bmw. Ciò significa che le filiali di Mestre, Villorba, Legnaro (Padova) e Belluno resteranno aperte e i 75 dipendenti (commerciali, amministrativi e meccanici) continueranno a lavorare. Anche per gli ordini dei clienti ora ci sono speranze.
(a.d.p.)
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