Tetraplegico dopo l'incidente, 22 anni senza un risarcimento

Stefano Nadal lancia un appello per la sicurezza stradale: «Siate prudenti, la vita è una sola»
Stefano Nadal tetraplegico dopo un incidente stradale del 26 agosto 1989
Stefano Nadal tetraplegico dopo un incidente stradale del 26 agosto 1989
 
Riceviamo e pubblichiamo una toccante lettera-appello per un maggiore impegno per la sicurezza stradale, nell'anniversario di un tragico incidente:
La vita è una sola.. Mi chiamo Stefano Nadal, ho 42 anni, abito ad Arcade, sono tetraplegico in seguito ad un incidente stradale avvenuto il 26 agosto di 22 anni fa causato dalla velocità. Sono salito in macchina con un ragazzo del mio paese. Eravamo in quattro, un ragazzo è morto, gli altri due, conducente compreso, non si sono fatti nulla. Purtroppo la mia vita è cambiata in un attimo. Ho perso tutto quello che poteva darmi la vita. Mi è rimasto però lottare tutti i giorni per vivere.  Il responsabile che guidava la macchina, rimasto indenne, in quell'anno aveva 19 anni ed è stato condannato in solido col padre, in quanto il padre era proprietario dell'auto, a risarcire i danni, dopo una causa di circa 20 anni. Purtroppo come in quasi tutti gli incidenti stradali i responsabili dopo 2 giorni si dimenticano di cosa hanno causato e, come nel mio caso, pensano a tutelarsi in tutti i modi per non pagare né una lira né un euro, ripeto nulla, zero in 22 anni, anzi l'intera famiglia si fa passare come vittima.  Tutti guidando possiamo sbagliare, ma bisogna assumersi le proprie responsabilità, non si può lasciare una famiglia nella disperazione per sempre. I soldi non pagano né la vita né la salute, ma purtroppo i soldi servono, come nel mio caso che sono assistito da mia mamma, mio papà 24 ore su 24 con l'aiuto di mia sorella e mio fratello. Se non ci fossero loro come farei? Sopratutto mia mamma e mio padre che ormai sono anziani e non ce la fanno più. E gli amici che fanno quello che possono soprattutto quando devo uscire... E dall'Ulss è difficile avere assistenza, tanto meno come nel mio caso che necessito 24 ore su 24. E io voglio morire a casa mia... Mi rivolgo, anche se sono discorsi ripetitivi, sia ai giovani e a tutti quelli che guidano: «Andate piano e se avete bevuto fate guidare un'altra persona». Ai genitori: «Iniziate fin da piccoli ad insegnare la prudenza». Alle scuole: «Insegnate educazione stradale». Alle istituzioni: «Continuare con le campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale, che non è mai troppa». La vita è una sola e la salute è preziosa. Mi trovate, se qualcuno vuole contattarmi, su Facebook.

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