Emergenza freddo a Treviso, arrivano 70 letti per 100 senza fissa dimora
Il protocollo stilato dal Comune di Treviso e dalla Caritas per offrire un posto al caldo a chi non ha trovato un riparo. Calesso: «Strutture comunali insufficienti pur affiancate dalle disponibilità di parrocchie e associazioni»
«Se il numero preciso dei senzatetto in città può essere difficilmente quantificabile a priori, è altrettanto vero che da anni ormai non si scende sotto il centinaio di persone mentre la disponibilità di posti letto (comunali e non) difficilmente arriva alle 70 unità».
Gigi Calesso di Coalizione Civica per Treviso, all’indomani dell’attivazione del protocollo per l’emergenza freddo, si fa portavoce di una serie di dubbi sulla gestione dell’ospitalità dei senza fissa dimora in questi che sono i giorni più freddi dell’anno.
«Vale la pena chiedersi quale sia l’organizzazione che l’amministrazione comunale è in grado di predisporre prima che diventi una situazione da affrontare in termini emergenziali. Si tratta di una situazione tutt’altro che emergenziale perché si ripete ormai da anni, variando nei numeri ma segnando l’insufficienza delle strutture comunali pur affiancate dalla disponibilità di posti letto offerti dall’associazionismo e dal volontariato».
L’amministrazione comunale rimanda al mittente le polemiche: «Sono disponibili 78 posti: dietro all’accoglienza per l’emergenza freddo c’è una programmazione, ci lavoriamo da quest’estate e i servizi sono stati attivati a step, a cominciare dall’asilo notturno alla Serena in novembre», sottolinea l’assessore alle politiche sociali di Treviso Gloria Tessarolo.
Nel dibattito sull’ospitalità dei senza fissa dimora entra anche la Caritas trevigiana: «Il tema dell’ospitalità è cronico, il problema è nell’emergenza abitativa», commenta il responsabile don Bruno Baratto, che gestisce 18 posti di casa accoglienza.
Nell’universo cattolico, tra le parrocchie trevigiane sono solo due ad avere attivato autonomamente un servizio di accoglienza: Santa Maria del Sile di don Kirschner e San Martino affidato alla Comunità di Sant’Egidio. «Anche le altre parrocchie potrebbero farlo. Servono, però, persone preparate e spazi adeguati e insieme un dialogo costante con le istituzioni. Anche se lo facessero tutte, il problema però rimarrebbe».
Le voci dell’accoglienza
Gloria Tessarolo: «Il nostro è un progetto programmato»
«Sono attivi 78 posti letto tra quelli offerti dal Comune, da Caritas e da Sant’Egidio», conta l’assessore alle Politiche sociali di Treviso Gloria Tessarolo, «dietro al servizio c’è programmazione. Abbiamo cominciato a lavorarci in estate e abbiamo strutturato un piano a step. Lavoriamo sulla singola persona: analizziamo il caso e troviamo soluzioni ad hoc, poi lo inseriamo in una progettualità facendo rete con altre realtà».
Don Bruno Baratto: «La vera emergenza è abitativa»
«Il senso di Caritas è far sì che una comunità cristiana si attivi e diventi consapevole delle problematiche di un territorio e cercare di affrontarle insieme», spiega don Bruno Baratto, direttore della Caritas diocesana, «Ogni comunità può accogliere, servono, però, persone preparate, spazi adeguati e insieme un dialogo costante con le istituzioni. Questo è solo uno degli aspetti di un’altra emergenza più ampia che è quella abitativa».
Gigi Calesso: «Servono almeno 100 posti in totale»
«Se il numero preciso dei senzatetto in città può essere difficilmente quantificabile a priori, è vero che da anni ormai non si scende sotto il centinaio di persone mentre la disponibilità di posti letto difficilmente arriva alle 70 unità», accende la polemica Gigi Calesso di Coalizione Civica Treviso, «è possibile attivare complessivamente un centinaio di posti letto per far fronte a quella che è ormai la normalità nella nostra città?».
Don Giovanni Kirschner: «In parrocchia la solidarietà è una costante»
Don Giovanni Kirschner, parroco di Santa Maria del Sile e Sant’Angelo, ha riaperto le porte della chiesa che dal novembre scorso ospita sei persone. Più un’altra nel bagno. Adagiate su materassi, riposano avvolte da coperte in un luogo protetto. Le porte dell’oratorio della parrocchia si erano aperte quando è stato eseguito lo sgombero del piano interrato del Park Appiani, in quella occasione si era preso in carico 20 migranti per una settimana.
Valerio Delfino (Sant’Egidio): «Porte aperte a chi ha bisogno di un letto»
La comunità di Sant’Egidio ha predisposto l’accoglienza per i senza fissa dimora lunedì 13 gennaio negli spazi dell’oratorio della parrocchia San Martino in corso del Popolo, il responsabile è Valerio Delfino: «La prima sera arrivano sempre poche persone ma poi, con il passaparola, si riempie. Nei giorni scorsi ci avevano chiamato diverse persone chiedendo ospitalità. Noi teniamo le porte aperte, non vogliamo un altro caso Magrin, morto in un garage».
Il senza fissa dimora Giuseppe: «Una coperta e un tè caldo. Ora sto bene»
«Secondo te quale coperta è meglio per me? Io di notte ho molto freddo e me ne serve una grande». Giuseppe è uno degli ospiti che lunedì sera ha trovato riparo negli spazi della parrocchia di San Martino gestiti dalla Comunità di Sant’Egidio, è arrivato infreddolito, ha bevuto un bicchiere di tè caldo e poi ha scelto il materasso dove ha trascorso la notte: «È una cosa bella, passare la notte al caldo vuol dire stare bene. Sono bravi».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso