Si fa tatuare sulla spalla il nome della ditta che lo ha assunto: «Grato in eterno a Setten»

Pablo Antonelli, arrivato in Italia per la crisi in Argentina, prima di tornare in patria ha voluto imprimersi per sempre sulla pelle questo segno di riconoscenza per l’azienda edile di Oderzo

Fabio Poloni
Pablo Christian Antonelli con il tatuaggio
Pablo Christian Antonelli con il tatuaggio

Sopra Maradona, per un argentino, cosa ci può essere? Pensate quanto grandi possono essere la riconoscenza e la gratitudine di Pablo Christian Antonelli che lì, sul suo braccio sinistro, più in alto del “D10s” Diego Armando con la coppa del Mondo 1986, ha deciso di imprimersi un tatuaggio decisamente insolito: Setten Genesio.

L’occasione

Riconoscenza e gratitudine, infatti, sono per chi gli ha dato non solo un lavoro, ma una vera e propria occasione di riscatto, di rinascita. La spaventosa crisi argentina a cavallo del 2000 ha spinto Pablo a cercare di voltare altrove quella pagina drammatica. È arrivato in Italia, senza nulla in tasca. Ha cercato un lavoro, un’occasione, e il gruppo edile di Oderzo gliel’ha concessa.

Lavoratore instancabile e fedele, Pablo si è guadagnato prima la fiducia e poi l’affetto di tutta la famiglia-azienda, fino a sentirsene parte integrante. Quando il richiamo di casa è stato troppo forte, passata la terribile crisi argentina, prima di tornare in patria Pablo ha deciso che doveva fare qualcosa per ricambiare. «E cosa si può regalare, a un uomo ricco?», ha pensato. Ed ecco la decisione, insolita, originale: imprimere sulla sua pelle il nome dell’azienda. Lì, sopra Maradona.

La famiglia e il ricordo

Sono passati ormai sette anni, ma Pablo è ancora uno di famiglia, tanto che nei giorni scorsi proprio la Setten Genesio Spa sul proprio profilo Linkedin ha tributato un omaggio a Pablo. «Guardo sempre ancora i post e i video di Setten sui social e su Youtube, mando gli auguri a Genesio e alla ditta, voglio bene a tutti – racconta oggi Antonelli dalla sua Argentina – Ormai mi sono quasi dimenticato di parlare in italiano, sono andato via da sette anni ma i miei pensieri e il mio cuore sono sempre là».

«Pablo ha lavorato con noi per diversi anni, conservo un bel ricordo di lui e del rapporto che si era creato – racconta Genesio Setten, presidente del consiglio di amministrazione dell’azienda delle costruzioni – Quel tatuaggio è una delle tante storie che fanno parte della nostra azienda: un ricordo significativo, anche se l’ho trovato un po’ esagerato. Ricordo molto bene di avergli detto che era un pazzo per averlo fatto».

Setten ricorda Pablo «come una persona volenterosa, disponibile e perfettamente integrata con i colleghi. Era arrivato in Italia in un periodo difficile per l’Argentina. Dopo una breve collaborazione gli abbiamo offerto un contratto a tempo indeterminato. Abbiamo lavorato insieme dal 2003 al 2018. Per noi, l’integrazione non è solo un principio, ma un valore. Oggi più che mai è anche una necessità. Cerco sempre di costruire rapporti leali e corretti con le maestranze. Quando questo valore è condiviso, si costruiscono legami duraturi e ricchi di esperienze», conclude Setten.

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