Inchiesta sul rogo Superbeton, chiesto il processo per Grigolin e altri 4

Nel settembre 2019 l’incendio che provocò preoccupazione tra i cittadini di Susegana. La Procura: tutto partì da una saldatrice. La difesa: no, la causa fu un camion

Marco Filippi
Il tribunale di Treviso
Il tribunale di Treviso

​​​​Per la Procura fu la mancata rimozione delle pinze di una saldatrice e di alcuni morsetti collegati a un’autobetoniera, dove era stato effettuato un lavoro di saldatura, a scatenare il furioso incendio che, a fine settembre 2019, distrusse completamente un’ala dello stabilimento della SuperBeton di Susegana.

Ne conseguì che i circuiti dell’autobetoniera furono sottoposti per ore a correnti di gran lunga superiori ai limiti del normale funzionamento, provocando così un surriscaldamento e un successivo corto circuito del mezzo. Dall’officina partì, dunque, il rogo che, secondo gli investigatori, «a causa dell’improvvida gestione degli spazi», si propagò rapidamente al deposito di colori e vernici, per la presenza nelle vicinanze di fusti pieni di olio motore esausto ed altri materiali infiammabili.

A cinque anni e mezzo da quell’incendio, che con un’immensa nuvola nera sorprese, all’alba del 26 settembre 2019, i cittadini di Susegana, cinque persone sono apparse martedì 18 febbraio davanti al giudice delle udienze preliminari Marco Biagetti con l’accusa di incendio colposo aggravato.

Pesanti le contestazioni del pubblico ministero, che parla senza mezzi termini di negligenza, imprudenza e imperizia e nell’inosservanza del regolamento che disciplina la prevenzione degli incendi e del decreto legislativo che regola la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro.

Il pm Giovanni Valmassoi ha chiesto al gup Biagetti di processare l’imprenditore Roberto Grigolin, 70 anni, di Susegana, patron della SuperBeton spa, Doriano Dal Poz, 76 anni di Susegana, libero professionista con mansione di coordinatore della manutenzione e riparazione dei mezzi della SuperBeton spa, Renato Menegazzi, 56 anni di Marghera, amministratore unico della M.T.E., l’azienda appaltatrice incaricata alla manutenzioni meccaniche e ai lavori di carpenteria meccanica dei mezzi della SuperBeton, Manuel Gatto, 43 anni di Carbonera, socio e referente per gli operatori della M.T.E. alla SuperBeton, e Alfio Antoniolli, 63 anni di Carbonera, operatore esterno, dipendente della M.T.E..

Ma cosa successe quel giorno d’autunno di sei anni fa? Per la procura tutto ebbe origine da un lavoro di saldatura di alcune eliche interne al tamburo, per la miscelazione del calcestruzzo, installato in un’autobetoniera, in un locale, adibito a officina meccanica, privo dell’autorizzazione prevista dalla normativa antincendio.

Martedì mattina, in aula è stato sentito il consulente della difesa (avvocati Piero e Nicolò Barolo e Boris Cagnin), l’ingegner Franco De Angeli, che ha sostenuto come l’incendio non fosse partito dalla saldatrice ma da un fascio di fili elettrici, contenuto da un involucro di plastica di un camion, che a causa del calore si fuse provocando l’incendio tanto che per quel difetto il Ministero dei Trasporti all’epoca richiamò i mezzi di quel modello. Si torna in aula il primo di aprile per la decisione del gup: rinvio a giudizio o archiviazione. 

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