Susegana, l’angoscia del pensionato rapinato due volte da un 27enne: «Eppure l’ho sempre aiutato»

Lino Cantieri racconta l’amicizia finita con il giovane che lo ha aggredito in casa: «All’inizio mi fidavo di lui, ora spero resti in cella. Mi dispiace per sua mamma, è una brava persona» 

Diego Bortolotto
Lino Cantieri, il pensionato aggredito due volte in casa
Lino Cantieri, il pensionato aggredito due volte in casa

SUSEGANA. «Meno male che l'hanno messo dentro, spero rimanga in prigione, che non lo rimandino fuori». Lino Cantieri, 78 anni pensionato di Ponte della Priula, conosceva il marocchino che l'ha rapinato. All'inizio si era fidato di lui, tanto da prestargli l'auto e andare in giro insieme. Ma poi anche la vettura l'aveva fatta a pezzi in un incidente. Youssef Msatfi, 27 anni, è stato arrestato dai carabinieri di Conegliano mercoledì, con l'accusa di aver messo a segno tre rapine a Ponte della Priula, di cui due ai danni del settantottenne.

«Me lo sono trovato in camera alle 6 del mattino, da quella volta non dormo più la notte», racconta l'anziano. Il magrebino è accusato di essere entrato all'alba del 23 aprile nell'abitazione per sottrarre degli spiccioli e del cibo, spintonando con violenza il pensionato sul letto. Invece il 5 maggio, mentre Lino era seduto a vedere la televisione, gli ha strappato una banconota da 50 euro dal taschino della camicia, minacciandolo che lo avrebbe picchiato se avesse denunciato l'accaduto. «Non ho più voluto saperne quando ho appreso che aveva problemi di droga – racconta Lino Cantieri -. Una volta siamo andati insieme a Mestre, su una curva è andato a sbattere su un palo con la mia macchina, lui poi è scappato. La macchina ho dovuto buttarla». L'anziano forse all'inizio si era fatto impietosire da quel giovane, ma poi ha compreso che lo stava sfruttando e dove finiva il denaro. Una cosa però vuole specificare: «La mamma di lui è una brava donna, lavora, fa l'operaia. E quando torna a casa prepara da mangiare per tutta la famiglia».

Come dire che il problema non deriva da chi lo ha cresciuto, ma più probabilmente dalle “cattive compagnie” frequentate dal giovane. Il ventisettenne inoltre deve rispondere di una rapina avvenuta il 5 aprile, sempre in casa, ai danni di un sessantacinquenne. Gli aveva rubato 180 euro in contanti, da giacca e portafoglio, strattonandolo e procurandogli delle lesioni alla spalla e al collo. «Se chiami i carabinieri torno a trovarti e ti faccio veramente male», aveva minacciato il malvivente.

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