«Subito i voucher» La provincia di Treviso ne prenota oltre duecentomila per la vendemmia

CONEGLIANO. Chi si rivede? I voucher. Avevano visto la luce nel 2008, proprio a Treviso, sono stati aboliti nel 2016. Ritornano nell’agricoltura e nel turismo; la Confartigianato con Vendemiano Sartor li vorrebbe anche per le aziende del comparto. Il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, ha accettato di inserirli nel “decreto Dignità”, su sollecitazione del collega Matteo Salvini. «Altro che decreto Dignità, il voucher in agricoltura è la legalizzazione del caporalato», ha subito protestato il segretario generale della Fai Cisl Onofrio Rota che conosce le campagne trevigiane come le proprie tasche.
«UNA BOCCATA D’OSSIGENO». «Non parliamo, per favore, di caporalato – mette le mani avanti Stefano Zanette, presidente del Consorzio Prosecco doc – sarebbe la più grave iattura. Meglio non farli, i voucher, se non garantiranno la legalità; certo è che devono essere gestibili, non come le alternative in uso l’anno scorso». La pensa allo stesso modo Giorgio Polegato, neopresidente della Coldiretti trevigiana, che riconosce: «Questa sarebbe la boccata d’ossigeno tanto attesa. E non solo dai produttori di vino, ma anche da tanti giovani, magari studenti, e da altrettanti pensionati, che aspettano la vendemmia per qualche racimolare qualche soldo».
TRA I FILARI CON IL SOLLEONE . La verità è che incombe la vendemmia. I vigneti di Pinot grigio saranno pronti per ferragosto – avverte il numero uno della Coldiretti – o pochi giorni dopo se il tempo farà qualche bizza. Per il Prosecco – avverte Zanette – prepariamoci a fine agosto, quindi con una decina di giorni di anticipo sulle scadenze tradizionali. Nelle aziende urge partire».
LA COMMISSIONE PROmETTE. «Ritengo che il decreto possa vedere la luce tra la fine di luglio e la prima decade di agosto» fa sapere Gianpaolo Vallardi, il parlamentare trevigiano presidente della Commissione Agricoltura in Senato: «La maggioranza – avverte – è blindata». Nel 2016 i voucher venduti in Veneto sono stati 610 mila, la maggior parte dei quali utilizzati in provincia di Treviso (231 mila) e di Verona (225 mila), soprattutto per la vendemmia. «L’agricoltura ha dimostrato sempre un uso corretto di questo strumento – ricorda il predecessore di Polegato, Walter Feltrin – da quando nel 2008 fu proprio la Coldiretti trevigiana a richiederlo per contrastare l’illegalità e fidelizzare questi collaboratori. Sono stati altri settori ad approfittarne».
GLI USI E GLI ABUSI . I dati parlano chiaro: dal 2008 al 2016 il settore ha utilizzato solo il 4,8 % dei voucher venduti a tutti i settori, tra l’altro con un calo drastico nel 2016 dell’1,8 %. Non ci sono ancora i calcoli di quante migliaia di giovani e pensionati potrebbero essere temporaneamente regolarizzati nella Marca. A livello nazionale, sì: «Circa 50mila posti di lavoro occasionali possono essere recuperati con trasparenza nelle attività stagionali in campagna, dove con l'estate sono iniziate le attività di raccolta e presto ci sarà la vendemmia», ha dichiarato nei giorni scorsi la Coldiretti.
«NON COMPLICARE LE COSE». Paolo Casagrande, presidente dell’Anpa, il sindacato che raccoglie le simpatie di numerosi produttori leghisti, da una parte esulta, dall’altra invita il Governo a non complicare la gestione dello strumento come si era fatto l’anno scorso con il libretto di famiglia per i privati ed il contratto di prestazione occasionale per le imprese. «Erano misure troppo ingessate, che rendevano la vita impossibile alle aziende. Per esempio se avevi il ‘buono’ per 3 giorni e in quei giorni pioveva, non restava che buttarlo».
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