Stefano Marcon sindaco di Castelfranco: c’è la fiducia del Consiglio
Il sindaco dimissionario ha incassato il sì di dodici consiglieri comunali. L’opposizione: «Vicenda torbida». Il gruppo misto: «Non daremo puntelli»
Stefano Marcon aveva bisogno di tredici voti per rimanere in sella: ne sono bastati dodici e la sua astensione, ma solo perché le opposizioni e il gruppo misto hanno preferito lasciare l’aula e non procedere al voto.
Si è concluso ieri sera con il voto di fiducia richiesto dal sindaco il lungo mese della crisi dell’amministrazione castellana, dopo le dimissioni di Marcon presentate il 24 giugno e ritirate il 12 luglio.
Quella che ne esce è una maggioranza che potrà contare su un solo voto, con tutte le incertezze che questo comporta.
Marcon ha sostenuto la necessità di fare chiarezza per procedere a questo voto di fiducia che però, come hanno precisato dal fronmte delle opposizioni sia Maria Gomierato (Noi La Civica) e Vittorio Lago (Punto d’Incontro) non aveva alcuna ragion d’essere non essendo previsto dal regolamento: «non si può usare il consiglio per fare una conta della maggioranza» ha detto Lago.
Durissime le parole del capogruppo della coalizione di centro sinistra Castelfranco Merita, Sebastiano Sartoretto: «In questa vicenda dai contorni torbidi ha fatto tutto lei – ha dichiarato rivolgendosi a Marcon – un’altra “marconata” dove prima fa vedere i muscoli e poi batte in ritirata.
Prendersi gioco delle istituzioni e dei cittadini è una cosa che non paga. Due assessori (Guidolin e Pivotti, ndr) se ne sono andati. Si vuole continuare questa agonia con l’arroganza che le è tipica. Questi non sono affari di famiglia, della maggioranza, ma riguardano tutta la città».
L’attesa però era tutta per la dichiarazione di voto del gruppo misto composto dai fuoriusciti dal gruppo Lega Stefano Pasqualotto, Giovanni Cattapan e Viviana Gatto, contro i quali si erano scatenati gli strali del sindaco: «Ci sono stati tanti punti in cui non eravamo d’accordo – ha detto Pasqualotto – non tradiremo il voto che ci hanno dato gli elettori, ma non voteremo quei provvedimenti che non ci convincano al 100 per cento. Non daremo nessun puntello a questa maggioranza».
Dichiarazioni che escludono, almeno per il momento, un riavvicinamento tra il misto e il gruppo Lega-Marcon Sindaco.
Ma anche dalla maggioranza arrivano “avvisi” a Marcon e lo fa Fratelli d’Italia attraverso il capo gruppo Guido Rizzo che non ha lesinato critiche alla Lega e ai suoi mal di pancia. «Non siamo contenti di quello che è successo, credo che i cittadini facciano fatica a capirlo. Come centro destra alla luce del voto abbiamo il dovere di amministrare bene questa città.
Ma è una maggioranza depotenziata e l’uscita di tre consiglieri (il gruppo misto, ndr) non aiuta. Quello che auspichiamo è un sostanziale cambio nella prossima giunta». Da capire se questo vorrà dire un posto più in giunta.
Già, perché adesso è questa l’altra fatica che attende Stefano Marcon: un rimpasto di giunta per sostituire i due assessori che si sono dimessi dove pare impossibile pescare dal consiglio comunale per non perdere consiglieri indispensabili per andare avanti.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso