Zone ad alta sorveglianza e Daspo. Così Treviso sfida le baby gang

Giovedì 9 gennaio si è svolto il comitato il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto Angelo Sidoti e a cui hanno preso parte i vertici delle forze dell’ordine a livello provinciale

Lorenza Raffaello

L’obiettivo è uno solo: arginare le baby gang. E, dato che non sussistono i parametri ministeriali per istituire zone rosse, il tavolo per la sicurezza urbana ha deciso di ampliare le zone ad alta sorveglianza. Delle zone, cioè, particolarmente sensibili a spaccio e piccola criminalità, in cui chi mostra comportamenti aggressivi o pericolosi può essere sottoposto al Daspo. Nessuna tolleranza, quindi, per chi commette reati o compromette l’ordine pubblico soprattutto in seguito agli ultimi episodi di violenza.

 

Giovedì mattina in prefettura si è svolto il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto Angelo Sidoti e a cui hanno preso parte i vertici delle forze dell’ordine a livello provinciale, tra cui il questore Alessandra Simone, il comandante provinciale dei carabinieri, Massimo Ribaudo, e il sindaco, Mario Conte.

Un incontro con l’obiettivo di mettere a terra una nuova traccia per la sicurezza cittadina, che si è aperto con una premessa: «analizzati i dati dei reati e con grande soddisfazione possiamo anche dire ai nostri cittadini che Treviso resta saldamente la città più sicura del Veneto», ha affermato il sindaco. Ma se il numero di reati rapportati a centomila abitanti e l’indice di delittuosità nella Marca sono minori rispetto alle altre province venete, ad essere aumentate in modo esponenziale sono le rapine in pubblica via, cioè «le aggressioni messe a segno dai ragazzini ad altri coetanei per portare via pochi spiccioli o capi di abbigliamento, come scarpe e giacche», spiega il prefetto di Treviso.

Per contrastare questo tipo di reati, il tavolo per la sicurezza urbana ha identificato delle zone ad alta sorveglianza: «Ci sarà un rafforzamento dei controlli svolto nelle aree del centro e della stazione ferroviaria e zone limitrofe, si tratta quindi di un ampliamento delle zone di interesse già censite dal regolamento di polizia urbana: su queste nuove strade si potrà applicare il Daspo urbano su tutti quei soggetti pericolosi per la sicurezza pubblica», approfondisce Sidoti.

«Andremo ad incrementare quelle zone ad alto controllo fondamentalmente, allargheremo l’area a piazza Pio X e via Castelmenardo, via Dandolo proprio per dare una risposta anche alla luce di quanto è successo», aggiunge Conte, «però ci sono anche dei quartieri che evidenziano alcune criticità. Penso a qualche zona a San Liberale piuttosto che a San Zeno però voglio dire che non sono identificativi di un problema di sicurezza nel quartiere, dove sono state segnalate e denunciate delle situazioni soprattutto legate allo spaccio più che a dati di violenza che devono essere affrontate con grande impegno». Nelle misure c’è anche la conferma della presenza dell’esercito con il progetto Strade sicure: 15 uomini 24 ore su 24.

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