Si diploma a quarant'anni col 100. "Ho coronato il mio sogno"

A Treviso Alberto conquista la maturità: <Ho avuto tante occupazioni... ma fino a mezzanotte stavo in classe"

Decidere di tornare sui banchi di scuola dopo più di vent'anni e riuscire a diplomarsi a pieni voti, dopo aver già messo in curriculum 15 anni di lavoro come cameriere e barista. E dopo aver dovuto scegliere come tanti trentenni di oggi di salire sulla giostra del lavoro precario, che in questa stagione di crisi sembra non conoscere sosta. È la storia di Alberto Sperandio, 39 anni, ex cameriere e oggi magazziniere per una ditta di Mogliano, il primo diplomato trevigiano con cento tondo tondo all'esame di maturità. Il neo maturo da pieni voti arriva dall'Ipsia Giorgi Fermi, indirizzo manutenzione e assistenza tecnica meccanica. Alla crisi e ai fin troppi contratti a tempo determinato che in questi anni gli son passati tra le mani, Alberto ha deciso di rispondere riponendo fiducia sui libri di scuola. E pure provando a tirare fuori un sogno lasciato quand'era ancora un ragazzo: lo studio della meccanica: «Ho cominciato a lavorare vent'anni fa dopo la qualifica professionale all'istituto alberghiero, facendo come tanti ragazzi la stagione nelle gelaterie. In Germania, poi in Austria per poi tornare in Italia e aprire a Treviso un mio locale», racconta Alberto. «Poi con l'arrivo della crisi e dopo un bel po' di lavori, sempre precari, ho deciso che era arrivato il momento di riqualificarmi con un diploma che potesse davvero essere adatto a quella che è stata la mia passione di sempre, la meccanica. Certo in questi due anni non ho potuto far altro che studiare e lavorare, a tempo pieno».

È una gimkana di esperienze di lavoro il curriculum vitae del primo neo diplomato con cento della maturità trevigiana. A partire da una staffetta di primi impieghi all'estero, a Berlino e poi a Kitzbuel, in Austria. Nove anni di lavoro stagionale a Jesolo. Per continuare con uno slalom di lavoretti stagionali d'inverno. Due anni di lavoro per la pizzeria Piola di Treviso, per poi fare il salto ai Buranelli. E giungere infine ad aprire un disco-bar insieme a due soci a Padernello. Attività che ha gestito fino a quando la crisi non si è messa di traverso: «Nel 2009 siamo entrati nel pieno della crisi. Ho deciso che era il momento di voltare pagina», ricorda Alberto, «Mi sono rimesso in gioco nel mondo del lavoro pur dovendo accettare sempre contratti a tempo determinato. Ho imparato a non dire mai di no per non rischiare di rimanere fuori dal mercato». Lavoro che ancora continua a dargli il benvenuto con una girandola di impieghi a termine. Due anni in un’officina meccanica. Altri due in un'azienda artigiana. Tre anni in una ditta di prodotti meccanici. Finché il suo primo grande amore, la meccanica, che non ha mai mollato la presa, l'ha fatto tornare dritto a scuola: «Non ho mai mollato il mio sogno. Non è stato certo facile: alle sette del mattino al lavoro e la sera fino a mezzanotte a scuola. Approfittavo della pausa pranzo per trovare il tempo per ripassare, dopo aver fotografato gli appunti e le pagine dei libri con lo smartphone. Così mi entravano bene in testa». Oggi Alberto festeggia con la famiglia il suo cento alla maturità e il suo sogno nel cassetto diventato finalmente realtà.

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