Università a Treviso, ipotesi ex Salsa al posto di San Leonardo
Il risiko dell’ateneo di Padova. Il protettore Sambo: «Il palazzo di Fondazione rimarrà sede? Aspettiamo le nuove aule, a oggi non ho una risposta»

«Se San Leonardo rimarrà sede con le nuove aule all'ex Salsa attese nel 2026? Non so, una domanda cui oggi non so dare una risposta».
Paolo Sambo, prorettore dell'ateneo di Padova, mette in dubbio il futuro universitario del palazzo di proprietà di Fondazione Cassamarca. I rumors circolavano da un po', ma è la prima volta che le incertezze sul destino della sede in Riviera Garibaldi trovano una voce autorevole.
Ed è inevitabile pensare ai problemi dell'edificio in riva al Sile, sede di Giurisprudenza dal 2000 e da fine dicembre inagibile per l'impianto di riscaldamento fuori uso.
Se fino a qualche tempo fa si riteneva che i futuri nuovi spazi all'ex Salsa (operazione Comune-università, nell'ambito della riqualificazione dell'ex caserma di Santa Maria del Rovere) si potessero accompagnare al mantenimento del San Leonardo (il Bo ha un contratto di comodato gratuito, da poco rinnovato, con manutenzioni a carico dell'ateneo), le parole di Sambo alimentano invece un grande punto interrogativo.
Sarebbe come ridisegnare in toto l'area universitaria di Treviso, considerando che Ca' Foscari (in progress, da settembre 2025) si trasferirà nel nuovo campus all'ex Turazza a San Nicolò, lasciando il San Paolo.
Il tutto mentre i lavori Pnrr all'ex caserma Salsa sono cominciati a inizio 2025 e la chiusura del San Leonardo impone da lunedì prossimo il trasloco delle lezioni di Legge al centro congressi Maggior Consiglio (dopo che gli esami della sessione invernale erano stati spostati a Infermieristica): «Pensiamo che le aule all'ex Salsa sia pronte per metà 2026, stando a quanto ci ha riferito il Comune», spiega il prorettore del Bo con delega alle sedi periferiche.
Nel mentre, il San Leonardo è ancora transennato e inaccessibile dopo il guaio alle tubazioni di fine dicembre. I lavori non sono ancora partiti, è ancora tempo di verifiche.
«Stiamo parlando con Fondazione Cassamarca per valutare gli interventi da fare e i tempi di ripristino della sede», prosegue Sambo, «abbiamo compreso che non saremmo potuti rientrare nel giro di due mesi, abbiamo trovato la soluzione del Maggior Consiglio e stiamo effettuando ancora verifiche».
Il danneggiamento si è verificato a fine dicembre, ma già in ottobre un tubo rotto (con annesso allagamento) aveva determinato la sospensione improvvisa delle lezioni e l'evacuazione di circa 300 studenti.
«Al San Leonardo l'impianto di riscaldamento è vetusto: ci sarebbero tubazioni danneggiate sia all'interno delle pareti che sotto il pavimento», mette in evidenza il prorettore, «bisogna capire i costi, se conviene e sia più utile un intervento complessivo. Tenendo conto che lì bisogna sempre chiedere il parere della Soprintendenza».
Dunque: non è questione di un tubo rotto. E, del resto, lo si era capito quando l'ateneo aveva deciso di trasferire gli esami, in fretta e furia, all'ex Emiliani ed ex Galilei, sedi dell'area sanitaria.
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