A Treviso torna il rogo dea vecia. Marieta sotto accusa per baby gang e cantieri
Giovedì 27 marzo alle 20.30 il tradizionale appuntamento di metà quaresima con il processo inscenato dal Gruppo Folcloristico Trevigiano a ponte Dante. Il trevigianissimo rito ha raggiunto i sessant’anni

«No savemo se à montarà in gondoea...», dice la locandina, alludendo alla nota canzone veneziana. Ma intanto la contessa baronessa duchessa, squasi principessa Marieta, finisce al rogo. Allusioni non casuali al sindaco. In attesa di vedere se si realizzeranno le sue (non celate) ambizioni alla successione di Zaia, è giovedì 27 marzo alle 20,30 a processo al ponte Dante, nel rito più trevigiano che ci sia, il rogo dea Vecia inscenato dal Gruppo Folcloristico sin dal 1965.
Poteva esserci un’altra imputata? «Strade rote, lavori che no i fenise maj, tosati che se pitufa in centro dea cità», dice l’accusa. E mica solo se pitufa,visto l’omicidio di Francesco Favaretto.
E dunque, nella requisitoria della nuova pm Tatiana Pellizzer, che ha raccolto il testimone dell’indimenticato Gianfranco Crespan, baby gang e cantieri avranno un peso rilevante, come la figuraccia del sottopasso della stazione allagato. E il traffico? Va in tilt, sistematicamente, «pena casca do giosse de piova».
E poi le salatissime bollette, la benzina, il carovita, il caro affitti dei negozi che chiudono. Difenderà – invano – Marieta l’avvocato Ildebrando Ugone Imega da Paderno (Renato Pasqualin); sentenza – scontata – affidata al giudice Tarquinio Saltabussoea da Madonna del Socco (Maurizio Meneguz), con il cancelliere Nino Suca del foro Boario dea Baruchea (Luigino Visentin)
Scommesse mai accettate, sul verdetto scritto. Con le torce portate dai sub dei gruppi Sommozzatori di Treviso si compirà il catartico rito del rogo, fra Sile e Cagnan. A Marieta giusto il tempo di fare testamento, con la voce di Chiara Biscaro. Se piove, rinviato al 29 marzo (o al 3 aprile). Collaborano anche Radio Club città di Treviso, “Selva Nostra” e “Baghe dea Zosagna”.
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