Ricattata dopo lo spogliarello web

Uno scambio di messaggi via chat, poi l’atmosfera si fa “calda”: lei si spoglia davanti alla webcam e gli regala un siparietto a luci rosse. Il problema, per la ragazza, è che l’amico focoso ha pensato più ai soldi che a quell’altra cosa: «Ho registrato il tuo spogliarello», le ha detto, «se non mi dai 500 euro lo carico su Youtube». L’autore del ricatto ora è finito a processo per tentata estorsione.

In un attimo la giovane e bella trevigiana è passata dall’euforia del momento piccante allo sconforto di essersi vista in trappola, presa in giro, umiliata. Hanno prevalso però la rabbia e la voglia di giustizia, tanto da spingerla a denunciare l’episodio alle forze dell’ordine. Le indagini hanno portato a risalire all’identità del presunto ricattatore-hard e di mandarlo di fronte a un giudice. A processo per rispondere di tentata estorsione a sfondo sessuale è finito Luciano Perilli, un ventisettenne di San Nicando Garganico, in provincia di Foggia.

Il giovane dovrà tornare in aula il prossimo 4 ottobre, giorno in cui verranno ascoltati i testimoni di accusa e difesa, oltre alla vittima, che non ha ancora deciso se costituirsi parte civile per chiedere un risarcimento danni per quanto ha denunciato di aver subito.

Rischi del genere via web non sono nuovi. Questa volta a cascare nel tranello teso dal foggiano è stata una ragazza trevigiana. Spesso sono i maschi a lasciarsi abbindolare da ragazze che promettono di spogliarsi, ma in cambio pretendono che sia lui il primo a farlo: una volta registrata l’“esibizione” del malcapitato, la sexy-estorsione diventa gioco facile. Spesso le autrici sono all’estero, e il loro indirizzo web protetto da sistemi di mascheramento e rimbalzo che impedisce agli investigatori di risalire alla loro identità. Per questo, difficilmente le estorsioni di questo tipo finiscono in un’aula di tribunale in Italia. ©RIPRODUZIONE RISERVATA