Raccolta firme per Gaia Righetto: «Clima da caccia alle streghe»

Un gruppo di docenti lancia la petizione per sostenere l’attivista trevigiana nel mirino dell’onorevole Rossano Sasso (Lega): «Basta con queste intimidazioni»

Andrea Dossi
Gaia Righetto, insegnante precaria
Gaia Righetto, insegnante precaria

La vicenda di Gaia Righetto, insegnante precaria finita nel mirino dell’onorevole Rossano Sasso della Lega che ha segnalato la donna all’ufficio scolastico regionale denunciando il suo attivismo politico, scatena la solidarietà nel mondo della scuola.

Un gruppo di docenti trevigiani ha infatti lanciato una raccolta firme per denunciare il clima di "caccia alle streghe" e la deriva autoritaria che si sta delineando.

Al momento la petizione è condivisa online tra colleghi ed è stata pubblicata sulla piattaforma Change.org. "Sbattete i prof in prima pagina: basta con questo clima intimidatorio", questo il titolo del documento sotto al quale alcuni docenti stanno apponendo la propria firma.

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«Siamo insegnanti, personale della scuola di ogni ordine e grado, di ruolo o precari/e; entriamo ogni giorno in classe cercando di appassionare, istruire, informare, far ragionare studenti e studentesse», scrivono i promotori dell'iniziativa. «Molti e molte di noi, al di là del lavoro, hanno un passato e presente di attivismo e impegno sociale; di militanza, di volontariato, di associazionismo, di partecipazione politica. Queste esperienze ci hanno arricchito e hanno contribuito a fare di noi gli insegnanti che siamo».

«Stretta autoritaria»

Il caso Righetto, dopo quello del professor Christian Raimo, sanzionato per le critiche al ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara, è visto come un ulteriore tentativo di "stretta autoritaria" sul codice di comportamento dei dipendenti pubblici. Nel mirino non ci sarebbe solo ciò che si scrive sui social, ma ogni comportamento ritenuto "non idoneo".

Righetto, che ha accettato una supplenza in una scuola secondaria di primo grado, è stata, secondo i promotori della raccolta firme, oggetto di una campagna diffamatoria da parte di esponenti della Lega, che l'hanno paragonata a Ilaria Salis e hanno chiesto il suo allontanamento dalla scuola. La sua "colpa"? Essersi sempre esposta politicamente e aver partecipato a manifestazioni a difesa dei diritti.

«In un clima di caccia alle streghe, la deriva autoritaria che si sta delineando all’orizzonte è pericolosissima - denunciano i docenti - l’obiettivo è la modifica del codice etico: chi sta zitto, chi la pensa come chi governa, ha i requisiti per stare in cattedra. Gli altri, diffamati, sbattuti in prima pagina, ostacolati».

Libertà di pensiero

La raccolta firme chiede solidarietà per Gaia Righetto e libertà di pensiero e di insegnamento. «Se vogliamo che il nostro rimanga uno stato di diritto, dobbiamo agire ora. A partire, sì, proprio dalla scuola, perché è un’istituzione importante, in uno Stato che civilmente si definisca tale, ma viene costantemente strumentalizzata a fini politici», concludono i promotori. —

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