Quotidiano greco su Breda «Qui siamo al Medioevo»

Avgi dedica un ampio servizio al caso del sindacalista licenziato da Electrolux «Parlare e lottare per il lavoro significa che puoi trovarti sulla strada» 
SUSEGANA. Electrolux Susegana? «Siamo al Medioevo», secondo il più noto quotidiano in Grecia, “Avgi”, vicino al partito di Governo, Syriza. Protagonista, ancora una volta, Augustin Breda, licenziato l’estate scorsa perché avrebbe abusato della legge 104, in virtù della quale assiste la zia novantaseienne. «Nel cuore dell’Italia industriale, stiamo tornando a un Medioevo di lavoro moderno», così incalza “Avgi”, «dove parlare e lottare per le condizioni di lavoro nella catena di assemblaggio forzata significa che puoi trovarti sulla strada anche dalle più grandi multinazionali del mondo». Il giornale presenta Breda e il gruppo Electrolux, poi ospita l’ex delegato che contrasta puntualmente le ragioni dell’azienda. «Hanno chiesto a un detective privato di seguirmi e affermare che non ho fatto le otto ore di continua assistenza a mia zia, senza contare le ore che qualcuno va a fare la spesa, le medicine e qualsiasi altra persona di cui un anziano possa aver bisogno. La legge dice che ho il diritto di aiutare i miei parenti tre giorni al mese mentre me ne occupo tutti i giorni». Quindi, per Breda, il vero motivo del licenziamento è un altro: «Ho denunciato nell’ultimo anno le violazioni dei tassi di produzione da parte dell’azienda e la registrazione di malattie da parte dei lavoratori in fabbrica, e con l’aiuto dell’Inps Protezione sociale e dell’Università di Padova. Le due organizzazioni hanno controllato il ritmo del lavoro e sono giunti alle stesse conclusioni che abbiamo fatto, cosa che non piaceva all’azienda perché l’accelerazione dei tassi di lavoro accelera la produzione e i profitti». L’intervista con Breda è molto lunga e vuole dimostrare come le multinazionali, da una parte, e l’Italia della ripresa dall’altra non rispettano i diritti dei lavoratori. «La mentalità che i proprietari delle fabbriche conoscono bene è che dovremmo lasciare loro fare ciò che vogliono. Nella regione di Venezia, questa è la mentalità dominante. Gli industriali lo sanno e la sfruttano contro i sindacati. In particolare, a Treviso, i sindacati hanno acquisito un atteggiamento particolarmente modesto, sostenendo i lavoratori nell’assistenza sociale e nell’organizzazione burocratica dei loro diritti, evitando interferenze con le condizioni di lavoro. Così abbiamo finito per innalzare l’età pensionabile a 67 anni. Chi può stare nella catena di montaggio fino a 67 anni? Le multinazionali sono felici e i governi stanno imponendo una contro-regolamentazione sull’altra senza resistere».


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