«Questo trionfo? Renzi e tanto lavoro»

Il Pd primo partito in 90 comuni, in 11 supera il 40%. Andreetta: vittoria senza precedenti, sono ottimista per i 5 ballottaggi
ZAGO TREVISO FESTEGGIAMENTI DEL PD ALLA SEDE IN CITTA'
ZAGO TREVISO FESTEGGIAMENTI DEL PD ALLA SEDE IN CITTA'

TREVISO. Cose mai viste. La Marca, storicamente moderata prima ancora che conservatrice, incorona il Pd primo partito (36,6%): percentuali monstre in città e nei grandi centri, da Castelfranco a Oderzo, da Conegliano a Villorba . Vola oltre il 40% in 11 comuni, anche a Santa Lucia e Monastier. Percentuali da Dc «balenabianca», e da Lega schiacciasassi di Zaia. Altri tempi. Rivoluzione copernicana, quasi epocale. Un’elezione non fa primavera, ma le urne non sbagliano mai. C’era una volta il Pd urbano, che scompariva nelle zone rurali: oggi è primo in 90 comuni su 95. A leadership leghista restano Altivole, Cimadolmo, Gorgo, Maser (Pd sotto di 6 punti) e Refrontolo. Altrove è una vendemmiata: il quadruplo o il triplo della Lega, doppiati spesso i grillini, 20 punti più sotto.

Un trionfo inaspettato. E lo conferma una Lorena Andreetta alla stelle: «Resto ai numeri, prendiamo 51 mila voti in più nella Marca sulle politiche 2013», dice la segretaria provinciale, «cresciamo di 25-26 mila voti anche rispetto alle politiche 2008, considerati buoni allora. In Italia guadagniamo 2,5 milioni di voti, sul 2013, e faccio notare con meno votanti alle urne»

Effetto Renzi, forse, più che del Pd, a queste latitudini mai così ecumenico e universale. «Ma scherziamo? Facile dirlo, ma la verità è che è bravo il Pd di Renzi, un partito strutturato, di persone che corrono sul territorio, che ha programmi, e che presenta e lancia persone valide, bravi amministratori. Renzi è lì da soli tre mesi, non cambi la marcia di un carro armato che da 20 anni andava in direzione sbagliata».

Riguarda tabelle e numeri, Andreetta: «Non ci sono miracoli in politica, da Natale a Pasqua non si fa un partito e non si vincono le elezioni per grazia ricevuta: si deve seminare, coltivare e raccogliere, come in campagna. Dietro questo risultato straordinario, senza precedenti», continua, «c’è un lavoro lungo e paziente, faticoso, in un territorio certo non favorevole».

Le comunali, però, non sono state così trionfali. «Sì, non ci hanno dato tutte le soddisfazioni che ci aspettavamo, ma possiamo anche metterlo in conto. Ma dico, andare al ballottaggio a Revine mi sembra già una mezza vittoria, è un risultato già straordinario. Ci siamo ripresi Asolo e Ponzano, conquistato Monastier e Pieve di Soligo. Senza contare le conferme importanti».

E i ballottaggi? Siete avanti, Mogliano e Preganziol, indietro a Paese e Vittorio? «I ballottaggi sono 5, c’è anche Revine. Credo che ci siano moltissime speranze, ben fondate: a Vittorio siamo subito dietro a Da Re, la Arena è nettamente davanti a Mogliano, Galeano è davanti a Marton a Preganziol, e Mardegan insegue a Paese, ma ce la giochiamo». Sogna il cappotto? «Confido in un ottimo risultato. Ora facciamo insediare i nuovi sindaci, concentriamoci sui ballottaggi, poi penseremo ancora al territorio: ci sono arrivati segnali forti, è un’aspettativa che dobbiamo cogliere aprendo circoli, strutturandoci anche dove sinora eravamo deboli. In alcuni paesi passiamo dall’8-9 al 30-32%».

Nel partito, gongolano i renziani della primissima ora, specie i giovani che sostennero l’allora sindaco di Firenze alle primarie perse con Bersani. «Avevamo visto lungo...», dicono adesso - legittimamente – dietro le quinte.

E intanto c’è chi fa notare come siano cambiati gli equilibri dell’Usl 9, spostata a sinistra. Ma Andreetta frena. «Per me non è la priorità, spetta a chi amministra capire cosa chiedono i territori, e discuterne per il bene dei cittadini. Ogni cosa a suo tempo, ne riparleremo». (a.p.)

Argomenti:elezioni 2014

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