Quattro milioni spariti, immobiliarista condannato

SAN PIETRO DI FELETTO. Roberto Marchitelli, immobiliarista quarantaseienne originario di San Pietro di Feletto e titolare della «Studio immobiliare nuova Conegliano», è stato condannato ieri, in tribunale a Treviso, a quattro anni di reclusione. L’uomo, difeso dall’avvocato Giuseppe Muzzupappa, era finito a processo con l’accusa di bancarotta fraudolenta e documentale: secondo le accuse della Procura che aveva chiesto una condanna a cinque anni, oltre a non aver tenuto correttamente le scritture contabili rendendo pressoché impossibile la ricostruzione del patrimonio, avrebbe fatto sparire più di un milione e 500 mila euro dalle casse della società, mentre, sempre secondo l’accusa, avrebbe fatto sparire oltre due milioni di euro dalla “Holding Servizi immobiliari”.
Un comportamento, quello di Roberto Marchitelli, che avrebbe messo in crisi diverse famiglie tanto che nel corso di un’udienza del settembre scorso in tribunale a Treviso c’era stata una vibrata protesta nei confronti del tribunale che avrebbe avvisato in ritardo dell’udienza non permettendo alle vittime di organizzarsi.
«Ci aveva convinto ad accendere un mutuo da 50.000 euro con un istituto di credito e poi lui è sparito con i soldi», aveva raccontato Vincenza Calderone, una delle vittime, «e la banca ha chiesto a noi di rientrare». Nel 2013 Roberto Marchitelli era stato condannato a tre anni di reclusione, sempre per bancarotta, perché in qualità di consigliere delegato della Costruzioni Antiga tra febbraio 2005 e gennaio 2007 avrebbe distratto risorse finanziarie dalla società per un importo complessivo di 631.940,33 euro. Importo che avrebbe ripartito in questo modo: poco più di 183 mila euro li avrebbe tenuti per sé, allo «Studio immobiliare Nuova Conegliano Sas» di cui è socio al 95% avrebbe destinato altri 212 mila euro, a «Holding servizi immobiliari srl» di cui era socio al 33% altri 236.400 euro.
Tutte somme che sarebbero state erogate in difetto di contropartita economico-commerciale e per finalità estranee allo scopo dell'impresa. Ma non era finita qui: Marchitelli avrebbe anche distratto beni mobili della società (del mobilio per ristorante e un carrello per il trasporto di animali) per un valore che si aggira sui 107 mila euro, beni acquistati dalla società con apposita fatturazione, ma non reperiti dalla curatrice fallimentare. Nel 2013 c’era invece stata un’assoluzione per l'immobiliarista che era stato prosciolto dall'accusa di truffa nella compravendita di un immobile. «Il fatto non è previsto dalla legge come reato» aveva sentenziato il giudice onorario.
Roberto Marchitelli era stato denunciato da una donna, che aveva riferito di aver dato due assegni per complessivamente 115 mila euro. I fatti risalivano agli anni tra il 2006 e il 2007. La pronuncia degli giustizia è arrivata dopo molti anni con la pronuncia in primo grado nel tribunale di Conegliano. Esaminati gli atti del processo il magistrato aveva stabilito che non era stato commesso nessun reato, non c'era quindi stato alcun raggiro nella compravendita. L'immobiliarista era stato quindi assolto dalle accuse che gli erano state mosse.
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