Diego e il quarto trapianto: «Grazie a chi dona gli organi vivo un’esistenza piena»
Il quarantacinquenne di Mareno nel 2006 aveva avuto i nuovi polmoni e il fegato a Bergamo, due settimane fa il rene a Treviso. Nel frattempo ha sconfitto anche un tumore e adesso pensa alle nozze: «Ho sofferto, ma mai arrendersi»

Ritorna a vivere grazie al trapianto di reni. Una situazione speciale per Diego Rizzotto, 45enne di Mareno, che diciannove anni fa aveva già subito l’allora eccezionale triplo trapianto di polmoni e fegato, distrutti dalla fibrosi cistica. Il primo aprile è così stato operato al Ca’ Foncello di Treviso, dove ha ricevuto il quarto organo. «Ringrazio coloro che hanno fatto la scelta di donare, così facendo mi hanno riportato alla vita - dice Diego - dobbiamo tutti darci da fare per far capire che donare gli organi è importante, ci sono tante persone che ne hanno bisogno».
Una storia, la sua, fatta di resilienza, voglia di vivere, coraggio e un immenso pensiero positivo, oltre le difficoltà, oltre la sofferenza.
Il primo intervento
Ancora oggi Diego deve assumere 60 pastiglie di medicinali al giorno, ma adesso in casa Rizzotto è tornato il sereno.
La vita di Diego si dimostra subito in salita, fin dalla nascita, quando viene operato per l’ileo da meconio, un’occlusione intestinale che si verifica quando il meconio (le prime feci del neonato) è estremamente spesso e colloso, provocando un’ostruzione della parte finale del piccolo intestino chiamato ileo.
Nell’80-90% dei casi è la prima manifestazione della fibrosi cistica, una malattia grave che provoca la produzione di muco eccessivamente denso, che chiude i bronchi, porta infezioni respiratorie ripetute, ostruisce il pancreas impedendo ai cibi di essere digeriti e assimilati.
La malattia
A caratterizzare infanzia e adolescenza di Diego, una tosse persistente, ricoveri ripetuti e le bombole d’ossigeno compagne di vita. Dopo oltre due anni e mezzo di attesa, la chiamata che salva la vita del marenese.
Il triplo trapianto effettuato a Bergamo nel 2006 gli permette, dopo un anno di convalescenza, di sentirsi un ragazzo normale.
«La cosa più bella? Sicuramente riuscire a fare sport, a correre, senza sentirmi mancare il fiato, e poter mangiare di tutto», ricorda. A 26 anni la sua vita riparte.
Un altro ostacolo
«Nel 2012 però hanno trovato un linfonodo tumorale alla gola, così ho dovuto subito un’operazione e poi fare chemioterapia e radioterapia», spiega.

Mamma Carmela e papà Sergio, che insieme al fratello Riccardo e alla fidanzata Eliana (con i genitori Lidia e Paolo) sono sempre al suo fianco, si sentono quasi sopraffatti dalla notizia. «Diego invece si è fatto coraggio e con la sua grande voglia di vivere ha affrontato anche questo», dice commosso papà Sergio.
Dopo l’ennesima battaglia, Diego trova anche un lavoro alla Linea Light Group di Vazzola (che si occupa di illuminazione). Qualche anno dopo si fidanza con Eliana.
«Cinque anni fa ho però iniziato ad avere problemi renali legati a tutti i farmaci che prendo, ho iniziato a gonfiarmi i piedi, faticavo a camminare, ero sempre stanco - spiega Diego - poi mi hanno detto che serviva un trapianto di reni. All’inizio ho avuto un po’ di paura, ma poi mi sono anche un po’ rassegnato e ho detto “Facciamo anche questo”, sempre pensando che andasse bene».
La telefonata
Diego è così stato inserito nella lista trapianti e il 31 marzo è arrivata quella telefonata.
«Per noi una gioia, ma per quella famiglia una tragedia grande - aggiunge mamma Carmela - in fondo Diego è vivo per la morte di un altro ragazzo, oggi proprio come era successo 19 anni fa». Dopo 15 giorni di ricovero nella nefrologia del Ca’ Foncello (dove è stato operato in chirurgia 2), il ritorno a casa.

«Penso positivo»
«È vero, ho sofferto, ma non ho mai pensato di morire, quando ho fatto il primo trapianto pesavo 43 chili, ma ho sempre guardato avanti, ho sempre pensato positivo e che la vita è bella nonostante tutti gli alti e bassi», aggiunge Diego che vuole ringraziare anche i medici che ha incontrato nel suo percorso, come il dottor Mirco Ros, responsabile dell’UOSD fibrosi cistica di Treviso e la dottoressa Margherita Mangino, della nefrologia di Treviso, oltre ai chirurghi che hanno effettuato il trapianto, 19 anni fa a Bergamo e due settimane fa a Treviso.

La sua vita tra un paio di mesi - la convalescenza - riprenderà. Con il sogno di sposare la sua Eliana e fare una grande festa. —
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