Ponzano: è morto Silvano Beraldo, lo storico oste Bracco

Alla fine degli anni Ottanta aveva rilevato la la Locanda Rosa cambiando il nome in Gustoteca Trattoria Rosa, poi aveva aperto il Bar Gelateria da Bracco.
Matteo Marcon
Silvano Beraldo, lo storico oste Bracco di Paderno di Ponzano
Silvano Beraldo, lo storico oste Bracco di Paderno di Ponzano

La sua specialità? Senza dubbio la “paella”, il tipico piatto della cucina spagnola che lo ha reso celebre e che ha continuato a preparare, soprattutto per amici e parenti, anche dopo aver guadagnato la meritata pensione.

Il 2 maggio mattina è morto, all’età di 74 anni, Silvano Beraldo storico “oste” di Paderno di Ponzano. Era ricoverato da alcuni giorni all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso per problemi di salute.

A ricordare la sua figura è stato anche il sindaco Antonello Baseggio: «I suoi locali, in particolare l’osteria in centro a Paderno, sono rimasti nel cuore di tante generazioni. Per me la figura di Silvano, detto Bracco, è legata alle serate trascorse in gioventù nell’unico locale del paese, serate che erano sempre rese un po’ speciali dalla sua capacità di essere oste, diventando conosciuto in tutto il circondario per la simpatia, per l’accoglienza oltre che per la sua insuperabile paella».

Beraldo, che avrebbe compiuto 75 anni, tra pochi giorni, martedì 7 maggio, lascia la moglie Luciana e i figli Beatrice e Cesare, anche loro attivi nel settore. Beatrice è titolare, sempre a Ponzano, dell’Amami Alfredo Bistrot che ieri è rimasto chiuso per lutto e riaprirà martedì, dopo l’ultimo saluto, in programma lunedì 6 maggio alle ore 10.30 nella chiesa di Paderno.

Beraldo è stato uno dei primi rappresentanti dei salumificio Sile per circa 20 anni. Alla fine degli anni ’80 rilevò la Locanda Rosa cambiando il nome in Gustoteca Trattoria Rosa per circa sette anni, poi in centro a Paderno aprì il bar Gelateria da Bracco, gestito per altri 12 anni con la sua famiglia, prima di andare in pensione e passare il testimone ai figli.

«È stato un oste d’altri tempi cordiale e ilare con tutti», è come lo ricorda il “collega” cuoco Alessandro Bianchin, «era bravo a fare la paella e non solo, sapeva stare al proprio posto senza mai prevaricare». —

Matteo Marcon

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