L’Alemagna perde i platani napoleonici. Abbattute decine di alberi sul Menarè

A San Vendemiano il Comune ha disposto il taglio delle storiche piante. Protesta Europa Verde

Diego Bortolotto
Uno dei ceppi rimasti dopo il taglio effettuato ai Gai
Uno dei ceppi rimasti dopo il taglio effettuato ai Gai

Abbattuti alcuni platani lungo la statale Alemagna, che rischiavano di cadere sui veicoli in transito nella zona dei Gai di San Vendemiano. Ma scoppia la polemica.

«La gestione del verde pubblico, anche per il comune di San Vendemiano, sembra sempre risolversi con la motosega», affermano da Europa Verde Conegliano Sinistra Piave. I taglialegna nei giorni scorsi sono intervenuti in via Risorgimento, dopo che una perizia commissionata dal Comune aveva evidenziato che le piante erano malate e alcuni tronchi vuoti.

La critica

«È ovvio che bisogna intervenire con urgenza, se delle piante così imponenti sono a rischio di caduta, ma davvero l'unica soluzione possibile era l'abbattimento? Quando erano stati verificati l'ultima volta?», sono i quesiti posti da Amedeo Fadini.

Europa Verde ha cercato documenti e perizie di agronomi, non trovando riscontri.

«Ho consultato tutte le determinazioni pubblicate sul sito del Comune di San Vendemiano e non c'è traccia di un incarico specifico per valutare la salute e la stabilità degli alberi – spiega l'esponente dei Verdi -. Si trova solo l'incarico per "potatura e/o taglio degli alberi" assegnato il 30/12/2024».

Come la Pontebbana

Non sono mancate le proteste di alcuni cittadini, che hanno ricordato come gli alberi siano da molti decenni caratteristici della statale 51, risalenti in parte all’età napoleonica, (inizio Ottocento) così come quelli che circondano la Pontebbana, Statale che incrocia il Menarè all’altezza dei Gai.

Alcuni platani rimangono in località Menarè, tra Conegliano e Colle Umberto e poi nel Comune di Vittorio Veneto, una testimonianza della “Via Napoleonica”.

La storia

Fu infatti Napoleone che portò in Italia l'usanza di abbellire i grandi viali e le strade principali di comunicazione con lunghe file di platani, come abbellimento. Così avvenne due secoli fa anche per il Menarè.

La strada è stata da sempre un'importantissima via di comunicazione tra l'Europa centrale e Venezia, il porto per il Medio Oriente e la Terra santa. Probabilmente già in epoca preromana esisteva un semplice tratturo, che via via si trasformò in una via di comunicazione. Essa fu anche chiamata Via Regia, perché percorsa, nel Medioevo da alcuni imperatori diretti verso le terre venete. L'arciduca Ranieri d'Austria dispose il totale rifacimento della strada e la sua ricostruzione sull'odierno tracciato; quest'opera terminò nel 1830. 

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso