A Pieve del Grappa chiude il Maffioli: i prof si ribellano
Centocinquanta docenti chiedono di rivedere la decisione: «La sede di Villa Fietta è un presidio da salvaguardare»
Sede Maffioli a Villa Fietta, dopo i genitori anche i docenti prendono posizione contro la chiusura: sono centocinquanta i professori (la maggioranza del corpo docente dell’istituto alberghiero) che hanno scritte e firmato un appello con cui si chiedono il senso di questa decisione che, tra l’altro, va a colpire «un importante punto di riferimento per ragazzi fragili che non hanno nessuna possibilità di frequentare agevolmente una scuola superiore pubblica, visto che nell’area non ne esistono altre».
I docenti fanno riferimento all’impegno «profuso da tutto il personale nel tempo perché questa sede staccata fiorisse e diventasse un luogo formativo e professionalizzante d’eccellenza.
Non siamo però noi i protagonisti, come non lo sono mai i docenti, il personale Ata o i dirigenti: i protagonisti sono gli studenti.
Noi li vediamo ogni giorno e vivere con loro in una sede piccola, che potrebbe essere sicuramente più grande se fosse stata sostenuta e non ostacolata, vuol dire sentirsi davvero compartecipi della loro formazione. Per alcuni ragazzi verrebbe a mancare la possibilità di una scuola superiore pubblica e ottenere un diploma senza i disagi e i costi di lunghi tragitti».
La decisione di chiudere Villa Fietta è stata concordata tra ufficio scolastico provinciale, Provincia, istituto e Comune di Pieve - a cui si rivolgono i professori - nella logica di “razionalizzare” la didattica dopo la sistemazione delle due sedi di Montebelluna e di Castelfranco. Ma per i professori non è una spiegazione sufficiente: «Ci chiediamo perciò quale può essere il motivo della soppressione di una scuola che può dare futuro ai nostri ragazzi nel loro territorio e che potrebbe essere motivo di ripresa preparando professionisti dell’accoglienza e della ristorazione in una zona che ha da sempre un potenziale turistico che finora non è stato pienamente sfruttato».
Ma oltre alla questione economico-professionale, per i professori è in gioco il destino della Pedemontana: «Questi ragazzi che abitano qui con le loro famiglie sono il futuro di questi paesi, che stanno conoscendo un periodo di crisi, dove molte attività chiudono senza che ne aprano di nuove, dove le case chiuse e abbandonate aumentano costantemente». Tutti elementi, concludono i professori, che avrebbero dovuto emergere quando si è discusso della chiusura di Villa Fietta ma «finora non ci è stata data nessuna possibilità di intervento».
L’obiettivo è di rimettere in discussione questa decisione, sancita nei giorni scorsi dal consiglio di istituto del Maffioli.
Dal canto loro i genitori e gli studenti hanno fatto sentire la loro voce contro la chiusura con un sit in di protesta davanti alla scuola: «Una decisione che mette in ginocchio le 129 famiglie degli alunni frequentanti, oltre a quelle del circondario intenzionate ad iscriversi a partire da settembre prossimo», hanno detto i genitori. «Già alle prese con le quotidiane difficoltà dei servizi di trasporto pubblico, le famiglie dovrebbero fare i conti con un aumento considerevole della spesa mensile ed il contestuale peggioramento della qualità della vita, dato l’allungamento delle percorrenze per le sedi di Montebelluna e Castelfranco, ognuna distante oltre 25 km a tratta dalla sede attuale di Pieve del Grappa». Da qui anche la richiesta di un aiuto concreto, come degli sconti per far fronte alle maggiori spese.
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