Parla al contrario, va a Italia’s Got Talent

Le è andata già abbastanza bene di non essere nata nel medioevo, altrimenti avrebbe rischiato di finire al rogo per stregoneria. Invece oggi, anno 2014, potrebbe finire su Canale 5, davanti a Maria De Filippi, Rudy Zerbi, Gerry Scotti e Geppi Cucciari o su Sky davanti a Claudio Bisio, Simona Ventura e Frank Matano.
Al bando facili ironie: Umberta Mondin, 37enne trevigiana, ha una dote particolare, che spaventa molti. Sa parlare al contrario; in qualsiasi lingua. «È una cosa strana perché non visualizzo le parole e le giro, semplicemente inverto il suono. È come avere un reverse in testa», spiega. Un talento però, ahilei, praticamente inutile: «Lo uso ogni tanto per prendermela con qualcuno senza farmi capire». Per questo, spinta dalle amiche, ha deciso almeno una volta nella vita di provare a farlo fruttarle. Ha inviato un video a mediaset per partecipare a “Tu sì che vales”, un format spagnolo che andrà in onda in autunno per sostituire il fortunatissimo Italia’s Got Talent, comprato da Sky. «Ho sempre avuto questa dote senza potermene fare niente», prosegue Umberta, «Allora alcuni giorni fa delle amiche mi hanno spinto a provare a mandare un video per il programma». E il successo è stato immediato. Umberta è stata chiamata per la seconda fase delle selezioni, l’ultima. Un provino a Milano, che se superato le garantirà l’esibizione televisiva. Ma pochi giorni dopo è arrivata anche la telefonata da Sky, per il provino per Italia’s Got Talent, a cui aveva mandato un video mesi prima. Ieri il primo esame davanti alla commissione. Tra pochi giorni l’esito. E la paura di diventare un fenomeno da baraccone? Nemmeno un po’ per Umberta: «Anzi, non vedo l’ora di andare in televisione. Magari la D’Urso mi chiama a Pomeriggio 5. Devo ammettere che sono un po’ egocentrica. Sono anche una gran sognatrice, da qui deriva il mio soprannome». Gli amici la chiamano Alice, come il personaggio del libro di Lewis Carroll. Ma alcuni dei suoi sogni Umberta li ha tenuti nel cassetto. Sposata, lavora in un’agenzia di pratiche giudiziarie e ha una bimba, Lucrezia «che mi aiuta ad esercitarmi, in vista del provino». Un talento, quello di sapere parlare al contrario, che Umberta ha scoperto per caso, a sette anni: «Ero in montagna con i miei genitori, e due amichette. Hanno proposto di giocare a parlare al contrario. E ricordo che loro fingevano, mentre io ho iniziato a ripetere tutto quello dicevano o leggevano al contrario correttamente, allora le mia amiche sono corse a dirlo ai miei. E io l’ho ripetuto davanti ai miei, che si sono spaventati». E non è finita così: «Un giorno, da dietro alla porta, ho sentito mio padre che diceva a mia mamma: forse è il caso che la facciamo vedere al parroco». Si crede infatti che le persone possedute dal diavolo parlino al contrario. «Qualche giorno fa ho chiesto a mia mamma di leggermi qualcosa, giusto per non rischiare di impappinarmi davanti alle telecamere. Si è rifiutata, perché la spaventa ancora». Umberta ha anche provato a capire quale sia l’origine di questa dote, ma non ci sono spiegazioni. «Uno psicologo mi ha detto che potrebbero derivare da una parte del cervello particolarmente sviluppata. Ma mi sa che è solo quella», scherza, «visti i miei risultati scolastici: sono stata bocciata due volte».
Federico Cipolla
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