Parigi. Hollande: "La Francia in stato di guerra". La tv belga: "Preso l'artificiere"

ROMA. La Francia, dice il suo presidente davanti al Parlamento, è in guerra. E per far fronte alla situazione di emergenza dopo gli attacchi terroristici del 13 novembre a Parigi, aggiunge, va cambiata la Costituzione. Sul fronte delle indagini continua la caccia ai terroristi. Nessuna traccia per ora di Salah Abdeslam, un blitz a Bruxelles si è concluso con un nulla di fatto. Sarebbe stato individuato invece chi ha armato i kamikaze e individuato il mandante. Dopo un fine settimana di terrore Parigi cerca di tornare alla normalità. E su Twitter si diffonde l'hasthtag #JeSuisEnTerrasse per spronare a vincere la paura.
Hollande: modificare la Costituzione per battere l'Is. La Ue intervenga "La Francia è in guerra", dice il presidente Francois Hollande davanti al parlamento riunito a Versailles, chiedendo la mobilitazione dei suoi concittadini e l'aiuto dei partner europei e internazionali contro il nemico. Chiede la modifica dell'articolo 36, quello sullo stato d'emergenza della Costituzione. Si complimenta con i piloti francesi che hanno portato a termine gli attacchi a Raqqa del 15 novembre e annuncia che la Francia intensificherà l'azione. "Non dobbiamo contenere quest'organizzazione - ha detto - la dobbiamo distruggere". E per farlo serve "una grande e unica coalizione". Nei prossimi giorni Hollande incontrerà i presidenti Obama e Putin. Già da mercoledì, ha fatto sapere, verrà presentato un "progetto di legge per prolungare lo stato d'emergenza a 3 mesi". Hollande ha inoltre chiesto "al ministro della Difesa di rivolgersi da domani ai suoi colleghi europei in base all'articolo 42.7 del trattato dell'Unione che prevede che quando uno stato è aggredito tutti gli stati membri devono dargli solidarietà di fronte all'aggressione". Al termine del discorso del presidente tutti i parlamentari presenti hanno applaudito.
Tv belga: "Artificiere arrestato in Belgio". Esperti ed ex membri dell'intelligence transalpina ne sono convinti: tra i membri della cellula che ha insanguinato Parigi c'è anche un uomo chiave, l'artificiere che ha confezionato le cinture esplosive dei kamikaze. Secondo Dominique Rizet, un esperto francese sempre informatissimo sulle questioni dell'intelligence transalpina, è Mohamed Amri, 27 anni, una delle persone fermate a Molenbeek, nonchè proprietario della Golf sequestrata a Parigi a rue Dubois Thorn. "A casa sua, a Molenbeek, è stata scoperta una grande quantità di nitrato, è lui che sa fabbricare delle bombe", ha affermato Rizet intervenendo questa sera dagli studi di Bfm-Tv. Il giovane attualmente è in stato d'arresto in Belgio con l'accusa di attentato terroristico. Sarebbe il proprietario e anche uno degli uomini a bordo della Golf partiti nella notte dal Belgio per andare a recuperare Salah a Montreuil, la banlieue di Parigi dove quest'ultimo avrebbe lasciato la Seat nera carica di kalashnikov dopo le stragi. Ma al momento non ci sono conferme ufficiali.
Il giallo della Seat. Alla forze di polizia italiane dalla Sala operativa del Servizio cooperazione internazionale di polizia è stata inviata una "nota di rintraccio" di una Seat nera targata GUT18053. Alla nota di rintraccio è allegata la foto di Salah. La richiesta di ricerche è stata trasmessa non solo ai Paesi confinanti con la Francia (Italia, Belgio, Germania e Spagna), ma a tutti gli Stati europei dell'area Schenghen. Al momento le informazioni sono molto confuse, secondo l'Agi la vettura è già stata trovata il 15 novembre in un quartiere di Parigi e non c'è alcun collegamento con l'Italia o persone in transito nel nostro territorio. Mentre Radiocor segnala che la polizia stradale ha diramato le ricerche "a tutte le pattuglie in servizio sulle autostrade del Piemonte, sulla tangenziale di Torino" ed anche a tutte le regioni del Nord della Seat Ibiza nera. A bordo un ragazzo francese di 32 anni, Baptiste Burgy. Le autorità francesi sospettano possa essere uno dei terroristi che hanno agito a Parigi. Il sospetto, secondo quanto appreso, sarebbe entrato domenica 15 novembre in Italia passando dalla frontiera di Ventimiglia.
In Serbia passaporto uguale a quello dello stadio di Parigi. Le autorità serbe hanno arrestato un migrante al centro di accoglienza di Presevo, nel sud, in possesso di un passaporto identico a quello trovato allo Stade
de France "accanto a uno dei kamikaze". L'unica difformità tra i documenti è la foto. Le due persone avrebbero acquistato in tempi differenti falsi passaporti siriani dalla stessa persona, durante il transito per la Turchia.
Il mandante degli attentati.

Un belga che si trova in Siria è sospettato di essere il mandante degli attentati di Parigi. Il suo nome, riferiscono fonti delle indagini, è Abdelhamid Abaaoud. Sarebbe lui il cervello della cellula di jihadisti neutralizzata dalle forze speciali della polizia belga a Verviers a gennaio scorso. L'uomo è ancora latitante. Secondo quanto riporta la stampa belga, almeno due dei terroristi di Parigi erano amici di Abaaoud, ed avevano commesso insieme piccoli crimini a Bruxelles tra il 2010-2011. Abaaoud è scappato in Siria dopo che i belgi hanno abbattuto la sua cellula a gennaio.
Primi rilasci. Le autorità belghe hanno rilasciato cinque dei sette sospetti arrestati nel fine settimane. Un portavoce della procura ha fatto sapere che "è stato rilasciato senza incriminazione Mohamed Abdeslam, fratello di Brahim, uno degli attentatori, e di Salah, ancora in fuga e ricercato dalla polizia". Secondo il suo avvocato, il fatto che sia stato rimesso in libertà senza essere incolpato di nulla, dimostra che non ha nulla a che fare con gli attentati di Parigi.
I kamikaze identificati. Al momento sono stati identificati cinque dei sette kamikaze degli attentati di Parigi. Quattro sono francesi, uno probabilmente siriano. Omar Ismail Mostefai, 29 anni, attentatore al Bataclan, era nato nella banlieue di Parigi e risiedeva a Chartres. Aveva alle spalle otto condanne per piccoli reati ed era schedato per la sua vicinanza ad ambienti dell'Islam radicale. Samy Amimour, anche lui al Bataclan, era nato a Parigi nel 1987 e originario di Drancy. Dal 2013 era oggetto di un mandato di cattura internazionale perché aveva violato la sua libertà vigilata, dopo essere stato messo sotto inchiesta, nell'ottobre 2012, per associazione a delinquere con fini di terrorismo. Bilal Hadfi, 20 anni, attentatore allo Stade de France, e Brahimi Abdeslam, che si è fatto esplodere sul boulevard Voltaire, risiedevano in Belgio. Il fratello di quest'ultimo, Salah, 27 anni, è attivamente ricercato dalla polizia, che ritiene abbia preso parte agli attentati e sia poi fuggito. Il quinto, il cui nome non è stato rivelato, era transitato a ottobre dalla Grecia, dove le sue impronte erano state registrate. Era in possesso di un passaporto siriano, ritrovato vicino al suo cadavere, la cui autenticità non è però stata confermata.
Francia e Belgio, perquisizioni e arresti. Nella notte tra domenica e lunedì la polizia francese ha effettuato raid in diversi punti del Paese nella caccia ai terroristi ed ai loro eventuali complici. Sono state effettuate 168 perquisizioni: ad annunciarlo è il ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve, precisando che sono stati fermate 23 persone e per altre 104 sono stati disposti gli arresti domiciliari. Sono state inoltre decisi sei provvedimenti di decadenza di nazionalità francese. Nel corso delle perquisizioni sono state sequestrate 31 armi, di cui quattro da guerra. Nella regione Rhone, una persona è stata fermata per traffico d'armi e stupefacenti. "Chi colpirà la Repubblica, sarà colpito dalla Repubblica" dice Cazeneuve, che ha anche confermato che cinque dei sette attentatori sono stati identificati. La polizia a Molenbeek in Belgio ha portato via su un blindato un uomo incappucciato, dopo la perquisizione al numero 47 di rue Ransfort, e poi ha chiesto ai media di non diffondere in diretta le immagini dell'operazione "per la sicurezza di tutti". L'operazione delle forze speciali belghe a Molenbeek si è conclusa senza l'arresto del principale ricercato, Salah Abdeslam.
E' ancora caccia all'uomo. Abdeslam Salah, 26 anni, nato a Bruxelles ma francese, il ricercato numero 1 dalle polizie di tutta Europa, sarebbe stato arrestato a Bruxelles, ma la procura ha smentito si trattasse di lui per poi confermare che l'assedio a Molenbeek ha l'obiettivo di stanare Salah. Sembra infatti che nell'edificio assedediato dalla polizia francese e belga fosse nascosto il terrorista che però, alla fine, sarebbe sfuggito alla cattura. Salah è anche l'unico del commando di terroristi, che sembra fossero una dozzina, a non essersi fatto saltare in aria come gli altri. "Individuo pericoloso", si legge nell'avviso di ricerca diffuso dalla polizia francese assieme alla foto. Nella serata di domenica 15 novembre è stata girata alle autorità di sicurezza italiane, come a tutte le altre polizie europee, la segnalazione di Salah. In un primo momento si pensava che l'uomo fosse fuggito in Belgio, ma sembra che l'ipotesi sia caduta. Non si esclude infatti che il jihadista si sia diretto verso un altro dei Paesi confinanti per trovare rifugio. E tra i Paesi "segnalati" ci sono Italia, Spagna e Germania. Il Belgio comunque, si conferma base di partenza e di rifornimento per il terrore che opera in Francia. A Molenbeek, da dove Salah è partito per andare a colpire a Parigi, si era procurato le armi anche Amedy Coulibaly, killer del supermercato kosher di gennaio.
La fuga di Salah. Alle 8 del mattino di sabato 14 novembre, pur fermato dalla polizia stradale a Cambrai - in prossimità del confine belga - per un controllo insieme con il fratello e un altro uomo, Salah non sia stato trattenuto per un clamoroso errore nonostante l'uomo risultasse da ore come colui che aveva noleggiato la Polo nera dalla quale erano sbarcati i tre kamikaze che hanno puntato i kalashnikov contro il pubblico inerme di giovani che ascoltavano un concerto rock al Bataclan. Raggiunta più tardi, nella Golf passata tranquillamente al confine belga, c'erano ormai soltanto il fratello di Abdeslam e l'altro uomo. Il ricercato era svanito nel nulla.
Parigi: "Sapevamo degli attacchi". Intanto, il primo ministro francese Manuel Valls conferma che la Francia era stata avvisata dall’intelligence degli attacchi: "Sapevamo che c’erano operazioni in preparazione e che ci sono operazioni in preparazione non solo contro la Francia" e aggiunge che "il terrorismo può colpire ancora nei prossimi giorni".
La Francia bombarda la Siria. Domenica 15 novembre un diluvio di fuoco si è abbattuto su Raqqa, la "capitale" dell'Is in Siria, da dove era partito l'ordine del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi di attaccare Parigi. Dodici jet francesi - guidati da dati di intelligence Usa e in coordinamento con gli americani - hanno scatenato l'inferno colpendo i centri di comando, di addestramento e reclutamento dello Stato islamico assieme ad altri obiettivi "nevralgici" dei jihadisti. La città è avvolta in una palla di fuoco, hanno testimoniato gli attivisti sul terreno, ed è saltata del tutto la corrente. Per tutta riposta, l'Is ha fatto sapere che la Francia ha colpito "luoghi deserti" e non ha causato alcuna vittima.
Un minuto di silenzio è stato osservato alle 12 in punto in tutta la Francia ed a Bruxelles dalle istituzioni dell'Unione europea, da Consiglio, Commissione e Parlamento europei, e dalla Nato in rispetto delle vittime degli attentati di venerdì scorso a Parigi e in solidarietà al Paese.
In segno di rispetto le bandiere davanti alle istituzioni Ue e al quartier generale dell'Alleanza atlantica saranno issate a mezz'asta. E all'Università La Sorbona, dov'erano presenti Hollande e il ministro Valls, prima c'è stato un minuto di silenzio:
Quindi, immediato, è scattato il canto della Marsigliese.
Parigi, il bilancio delle vittime. Dopo un aggiornamento al rialzo poi smentito, il numero delle persone morte sotto i colpi e le bombe del commando terroristico, restano 129. Ma circa 100 degli oltre 300 feriti restano in gravi condizioni e più di 40 sono in rianimazione. Mentre all'istituto medico legale procede il rito più crudele, quello del riconoscimento delle salme, in gran parte di giovanissimi.
L'Italia piange Valeria. Veneziana di 28 anni, dottoranda in Demografia alla Sorbona, di Valeria Solesin non si avevano più notizie dalla notte dell’assalto, di venerdì 13 novembre, a colpi di fucili Ak 47 alla sala Bataclan, nel centro di Parigi. Poi, due giorni fa, la conferma della sua morte sotto i mitra degli attentatori che nel teatro parigini hanno compiuto la strage più sanguinaria. A riportare la salma di Valeria in Italia sarà il suo fidanzato Andrea Ravagnani. "Andrea mi ha detto che tornerà assieme a Valeria. Questi ragazzi hanno visto il terrore, sono spaventatissimi, sono distrutti" spiega Marina Angeli, la mamma di Andrea. E l'ex liceo di Valeria si è mobilitato in suo ricordo: docenti e studenti prenderanno parte mercoledì 18 novembre alla manifestazione in sua memoria.
Renzi: "Serve strategia politica contro il terrorismo". "La nostra posizione è sempre la stessa: di fronte a un problema complesso che dura da anni non possiamo immaginare di risolvere tutto con eventi che durano un tempo limitato, occorre una grande strategia politica" dice il premier Matteo Renzi, rispondendo a margine del G20 ad Antalya ad una domanda sui bombardamenti francesi a Raqqa. "Un problema così grande - aggiunge - nessuno può risolverlo con la bacchetta magica, ma siamo nella direzione giusta". "Da tempo diciamo che serve una strategia e non solo una reazione di fronte al terrorismo, un dramma che non riguarda solo un Paese" ma molti.
Mattarella: "L'Italia reagirà con fermezza". "Sono giorni in Europa di allarme, cordoglio, tristezza, ma anche di volontà di reazione. E anche noi italiani reagiremo con intransigenza, decisione, fermezza contro questa ondata di violenza, l'oscurantismo e il fondamentalismo" dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Roma, è allerta Giubileo. Sono state potenziate al massimo livello le misure di sicurezza in vista del Giubileo, non solo a Roma ma anche in altre sedi decentrate, come spiega il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. È stata rafforzata la vigilanza, ha spiegato Alfano, "a tutela degli obiettivi francesi nella Capitale, quelli vaticani, ebraici, ma anche sui centri di aggregazione turistica e sulle zone della movida, ma non facciamoci rubare il nostro modo di vivere e le nostre abitudini". "Bisogna fare in modo che - conclude - il Giubileo si svolga come l'Expo, dove ci sono stati 20 milioni di visitatori senza alcun problema". E per il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, il Giubileo deve esserci, perchè rinviarlo vorrebbe dire darla vinta ai terroristi.
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