Parcheggi a Treviso, è caos per le multe

Sentenza del giudice: non è punibile chi sfora sugli stalli a strisce blu. Treviso prepara un regolamento specifico per evitare un buco di bilancio

TREVISO. La multa è nulla se la prendi perché hai sostato oltre l’orario per il quale hai pagato: una sentenza che parte da Treviso promette di innescare una raffica di nuovi regolamenti comunali imbastiti in fretta e furia per non rinunciare agli incassi provenienti da questo tipo di contravvenzione. Perché ormai è definitivo: non si può più dare la multa a chi sfora nella sosta, in uno stallo blu comunale, rispetto all’orario per il quale ha pagato. In questo caso, si può solo chiedere all’automobilista, se viene beccato, di pagare la differenza, ossia le ore che mancano all’appello sul ticket o sul grattino.

Lo ha ribadito una recentissima sentenza del tribunale di Treviso, che ha assolto un commerciante di Castelfranco e che sta scatenando un effetto a catena, nei Comuni che usano il sistema della sosta a pagamento: dovranno dotarsi di un apposito regolamento sulla sosta - e oggi non ce l’ha nessuno - se vorranno appunto continuare ad elevare contravvenzioni a chi viene sorpreso ad aver pagato meno di quanto ha sostato in uno stallo blu, multa che è pari a 25 euro, che se si paga però entro cinque giorni scende a 17,50 euro. Altrimenti ci si dovrà accontentare di incassare solo la differenza, con un conseguente calo degli introiti per le casse municipali, dato che sarebbero comunque pochi euro. Caso ovviamente diverso per chi sosta in uno stallo comunale senza pagare nulla: la multa viene data senza possibilità di contestazioni (sono 41 euro che diventano 18,70 se si paga entro 5 giorni).

L’esplosivo verdetto di Treviso non fa però altro che ribadire quanto già detto a suo tempo dal ministero dei Trasporti, che ha ricordato come nel codice della strada non siano previste sanzioni amministrative per divieto di sosta per chi paga solo parzialmente quello che di fatto è un posto auto comunale. Un verdetto enfatizzato lunedì anche dal sito internet specializzato Autoblog: le polizie municipali devono dotarsi di un regolamento specifico per le area di sosta a pagamento, dove sia specificato che questo tipo di comportamento è una vera e propria infrazione e quindi da punire con una multa, come avviene oggi. La polizia municipale di Treviso capoluogo si sta già mettendo al lavoro per capire il da farsi: «Siamo comunque di fronte a una sentenza, non a una legge», dice il comandante Roberto Manfredonia, «e quindi ora siamo in una fase transitoria, ma con i nostri uffici legali vogliamo arrivare a una soluzione entro giugno: prima analizzare a fondo la questione, poi adottare o meno un apposito regolamento per la sosta in città, che oggi non c’è. E ricordando che a Treviso c’è una società che gestisce i parcheggi a pagamento, non è direttamente la polizia municipale. Sono quindi gli ausiliari del traffico a verificare se gli automobilisti pagano o meno la sosta per poi, nel caso, staccare la contravvenzione per chi ha pagato meno o nulla rispetto al tempo in cui è rimasto nello stallo».

E fino a che non ci sarà il regolamento? «Ribadendo che se ne occupano gli ausiliari del traffico», continua Manfredonia, «in questa fase transitoria si valuterà caso per caso». Ma non c’è il rischio che comunque tutti i multati per non aver pagato l’intera sosta ora si mettano a fare ricorso? «È un rischio concreto». Insomma, stanno per fioccare i regolamenti comunali per fissare i parametri della sosta a pagamento. La questione è dibattuta da almeno un paio di anni: lo stesso ministero dei Trasporti, in un parere del 13 marzo 2014, ha infatti precisato che il pagamento in misura insufficiente, in aree nelle quali la sosta sia consentita a tempo indeterminato ma subordinata al pagamento di una somma, configuri solo una «inadempienza contrattuale», una posizione che il ministero ha rilanciato nel 2015 in un’altra nota (numero 53284 del 12 maggio 2015), dando però al contempo la possibilità ai Comuni appunto di regolamentare la questione a livello normativo «selezionando e scegliendo le misure più idonee per rispondere agli obiettivi che intende perseguire al fine di favorire il ricambio più o meno frequente dei veicoli in sosta», anche, appunto, continuando a multare invece di limitarsi a chiedere la differenza.

Poiché a breve, davanti al giudice, solo avendo un regolamento per le strisce blu il Comune potrà vincere le cause fatte dagli automobilisti che hanno impugnato la multa ritenendola illegittima. In caso contrario, il giudice dichiarerà la multa nulla. Attenzione: stiamo sempre parlando di aree in cui la sosta è a tempo indeterminato, come a Treviso e in altri Comuni. Se invece in un’area sono fissati limiti massimi di sosta, in quel caso la multa è comunque legittima.

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