Giovane ucciso in centro a Treviso, la bottigliata inferta da una ragazza

Le indagini sul delitto di via Castelmenardo. Nell’analisi dei filmati, la 19enne Abi Traore di Ponte di Piave avrebbe lanciato la bottiglia di vetro contro la vittima. Se sia stato il colpo mortale lo dovranno stabilire gli accertamenti in corso

Marco Filippi
I rilievi della polizia scientifica in via Castelmenardo a Treviso dopo l'aggressione a Francesco Favaretto
I rilievi della polizia scientifica in via Castelmenardo a Treviso dopo l'aggressione a Francesco Favaretto

Dopo l’analisi dei filmati delle telecamere di via Castelmenardo che hanno immortalato l’aggressione a Francesco Favaretto del 12 dicembre scorso da parte di una gang di una decina di giovani, sei dei quali minorenni, i fari della procura sono ora puntati sul ruolo di due ragazze della gang, che avevano in mano una bottiglia di prosecco.

Dalle immagini, risulta, infatti, che dopo una prima aggressione a colpi di coltello, Favaretto si fosse rialzato, avesse iniziato a inveire contro due ragazze, la 19enne Abi Traore di Ponte di Piave, e una minorenne e ad una delle due avesse sputato anche in faccia. Un’azione che ha provocato la reazione di una delle ragazze che aveva una bottiglia di prosecco in mano. Dalle immagini si vedono a quel punto Favaretto allontanarsi ed uscire dallo spazio coperto dalle telecamere e una delle due ragazze passarsi la bottiglia dalla mano sinistra a quella destra, afferrandola per il collo, per poi lanciarla contro Favaretto.

È stato quello il colpo mortale che ha provocato lo squarcio alla gola di Favaretto? È quanto stanno verificando gli investigatori dopo aver visto i filmati. «L’autopsia ha determinato - spiega l’avvocato Sabrina Dei Rossi, legale della 19enne indagata a piede libero per omicidio - che il decesso è stato causato da una accoltellamento e da un taglio della carotide. Altri colpi non hanno avuto nessi di causa con il decesso».

Sono ancora in carcere il minore di 15 anni di Treviso, Toluwaloju Mclinkspual Ade, 19 anni di Ponte di Piave, e Angelo Riccardo Ozuna, 18 anni di Treviso, accusati dell’omicidio di Favaretto, il 22enne trevigiano morto all’ospedale di Treviso undici giorni dopo essere stato aggredito dalla gang.

Ade è accusato dalla procura di aver vibrato un colpo di coltello al costato della vittima, mentre l’altro avrebbe dato dei calci a Favaretto mentre era a terra e si stava difendendo dall’aggressione. Il minorenne invece avrebbe usato il coccio di una bottiglia che teneva in tasca per squarciare la gola a Favaretto. A inchiodarli le telecamere di Casa Toniolo, sede delle associazioni cattoliche della diocesi di Treviso.

Oltre ai tre giovani finiti in carcere per omicidio volontario ci sono altri sette ragazzi indagati a piede libero a vario titolo per omicidio e rapina.

La sera dell’aggressione, sfociata poi nell’assassinio di Favaretto, il gruppo di giovani s’era dato appuntamento in via Castelmenardo per acquistare dell’hashish dalla vittima. I problemi sorsero, secondo le testimonianze raccolte, all’atto dello scambio droga-soldi. Favaretto aveva dei dubbi sui giovani che gli stavano di fronte e voleva che lo scambio avvenisse contemporaneamente. Cosa che la gang non fece perché, probabilmente, voleva approfittare delle condizioni psicofisiche non proprio lucide di Favaretto, che era in preda agli effetti della ketamina, per derubarlo della droga. 

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