Uccise due cugine lungo l’A28, esce dal carcere per fare volontariato con la onlus Vittime della strada

I familiari di Jessica Fragasso e Sara Rizzotto, giovani di Mareno, contro la decisione di concedere la libertà vigilata a Dimitre Traykov: potrà tornare a lavorare, dovrà stare in casa di notte e svolgerà alcune ore settimanali di volontariato

Diego Bortolotto
Barbara Rizzotto e Alain Fragasso
Barbara Rizzotto e Alain Fragasso

«Una decisione assurda, un'offesa per noi familiari. Non mi sento più italiano, le leggi tutelano chi delinque più delle persone oneste». Alain Fragasso, papà di Jessica e zio di Sara Rizzotto, riflette così sulla decisione del tribunale di Trieste di scarcerare Dimitre Traykov, l'omicida stradale che nel gennaio 2022 aveva strappato la vita alle due cugine ventenni.

Ai familiari era apparso inverosimile che, dopo un anno di carcere, l'uomo condannato a 7 anni di reclusione potesse uscire. Invece il 64enne bulgaro è stato affidato in prova ai servizi sociali, approfittando delle nuove norme della legge Cartabia. Tornerà a fare il suo lavoro nell'ambito del settore edile e per 8 ore a settimana farà volontariato con l'Associazione vittime della strada di Milano.

Traykov aveva già scontato due anni agli arresti domiciliari. Ha avuto il beneficio avendo scontato buona parte della pena ed essendosi comportato bene in carcere.

«Ci sentiamo presi in giro», ribadiscono Alain Fragasso e la moglie Barbara, che sabato scorso avevano già spiegato la loro posizione, in occasione del memorial di calcetto disputato al palasport di Mareno, terza edizione, dedicato proprio a Jessica e Sara. I familiari delle cugine, morte a 20 e 26 anni, si sono sentiti «condannati all'ergastolo», a vivere una vita senza le due amatissime ragazza.

Jessica Fragasso era figlia unica, studiava Mediazione linguistica e culturale all'Università Ca' Foscari di Venezia. Sara Rizzotto, dopo una laurea da 110 e lode lavorava per l'Ulss 2 ed era mamma di due bimbe, a loro volta rimaste ferite nell'incidente. La Panda lungo l'autostrada A28 era stata speronata dalla vettura guidata da Traykov, che era poi scappato. Tornato a casa era stato trovato ubriaco. Aveva detto che aveva bevuto dopo l'incidente e perciò non fu possibile contestargli la guida in stato di ebbrezza.

Dopo l'accaduto intestò alcuni suoi immobili in Bulgaria alla figlia, perché non fossero confiscati. Ha risarcito con 70 mila euro il padre delle bambine di Sara Rizzotto. Ora grazie alla Legge Cartabia, il condannato può tornare in libertà vigilata. Avrà l'obbligo di permanenza in casa dalle ore 22 alle 6. E farà volontariato per un’associazione che lotta contro comportamenti sulla strada come quello di cui lui si rese protagonista poco più di tre anni fa, rovinando per sempre l’esistenza di due famiglie. Che lottano ancora perché nessuno dimentichi l’accaduto. 

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