Omicidio di Conegliano, la sindaca Rizzo: «Al funerale l’ex marito mi ha chiesto aiuto»
«Siamo contenti. Siamo molto contenti». Ieri mattina gli inquilini del palazzo in cui è stata uccisa Margherita Ceschin non avevano troppa voglia di parlare.
Ma un paio di frasi se le sono lasciate sfuggire, perché il loro stato d’animo è cambiato. Rimane un delitto orribile, quello della povera Margherita.
Ma non ci sono in giro delinquenti comuni pronti a colpire di nuovo a caso in quel condominio, come pure per giorni si era temuto. Almeno questo. Almeno questo, dopo tanta paura.
«Sono incredula, non è possibile, è stato proprio lui. Stento a crederci», esprime il suo sconcerto la sindaca di San Pietro di Feletto, Maria Assunta Rizzo, che, durante il funerale di Margherita Ceschin, il 30 giugno nella Pieve di San Pietro, era proprio accanto a Enzo Lorenzon.
«Non lo conoscevo, ho saputo dopo chi fosse – spiega -. Più volte durante la funzione mi aveva chiesto aiuto e preso per il braccio, diceva “Sto male, sto male, non ce la faccio”. Volevo accompagnarlo fuori a prendere dell'aria, ma è riuscito a rimanere in chiesa sino alla fine della cerimonia», racconta la sindaca Rizzo.
«Sembrava provocato dal dolore, ma adesso non so se fosse una recitazione o un pentimento e in quel momento si sia reso conto – osserva la prima cittadina di San Pietro -. Non mi sarei mai aspettato fosse stato coinvolto l'ex marito, è quindi un ennesimo femminicidio, è impossibile da accettare.
Il pensiero e la solidarietà va alle figlie e familiari. Almeno è stato trovato chi è stato, perché c'era paura nei nostri paesi, ci si chiedeva chi era stato, se l'aveva fatto per rubare.
Adesso sappiamo, ma non è una consolazione, è inaccettabile. Nessuna pena fare tornare in vita la signora Ceschin, ma deve essere fatta giustizia». Il sindaco di Conegliano Fabio Chies, è rimasto sempre in stretto contatto con i carabinieri.
«Un plauso alle forze dell'ordine per le indagini che hanno portato agli arresti. In tempi record sono riusciti a risolvere il caso, è la dimostrazione che la città è presidiata – dichiara Chies -. Sono state utili le telecamere del sistema comunale, abbiamo previsto anche per quest'anno un investimento da 150 mila euro. Rinnovo la vicinanza, come sindaco e come città, alle figlie, ai parenti e agli amici della signora Ceschin. Credo sia ancora più triste rendersi conto che sia avvenuto nell'ambiente familiare».
Il primo cittadino di Conegliano aveva espresso fin da subito fiducia negli inquirenti: «Mi dispiace che qualcun altro abbia dato giudizi avventati e affrettati, senza aspettare che si svolgessero le indagini, che hanno dimostrato come il delitto si è consumato in un ambito familiare e non in seguito a una rapina – aggiunge Chies -. C'erano molte cose strane, pensavo che fossero aperte molte strade.
Ci auguravamo che la verità venisse a galla e i responsabili assicurati alla giustizia. Sapere cosa è accaduto non può lenire il dolore, ma almeno chi ha compiuto questo atto atroce è stato trovato».
Interviene anche la Lega, attraverso il capogruppo in consiglio, Maurizio Tondato. «Siamo sgomenti – afferma -. I più sentiti ringraziamenti a forze dell'ordine, istituzioni e procura per l'arresto tempestivo di chi ha provocato la morte di Margherita Ceschin. Condivido quanto detto dal sindaco, è estremamente brutale che questo efferato delitto sia maturato in un contesto familiare, ma perlomeno fa venir meno l'ipotesi di un furto degenerato».
Tanti i commenti anche sui social, per un epilogo per alcuni inaspettato, per altri ipotizzato. «Finalmente abbiamo possibili colpevoli e la cosa mi fa stare più sereno anche se piangiamo una povera donna – ha scritto l'ex presidente del consiglio comunale di Conegliano, Giovanni Bernardelli -. Cerco di mettermi nei panni delle figlie che hanno perso la mamma e sanno che ad organizzare il tutto è stato probabilmente il padre.
Un dramma nel dramma. Un plauso convinto alle nostre forze dell'ordine, della polizia locale e in particolare al certosino lavoro dei carabinieri dei Ris e del comando della compagnia dei carabinieri di Conegliano condotto dal maggiore Fabio Di Rezze».
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