Officina abusiva a Treviso, olio e rifiuti nel Sile

Scoperta dai vigili in via Castellana a Treviso un’attività senza autorizzazioni gestita da due nigeriani, denuncia e multa di 5 mila euro

TREVISO. Parti di auto smontate in attesa di riparazione accumulate alla rinfusa dietro casa, ricambi sparsi sul terreno, barattoli di olio esausto scaricati direttamente sul Cerca, affluente del Sile. Nei piani di due nigeriani quarantenni doveva essere un’officina meccanica in piena regola (in fondo, uno di loro prima di arrivare in Italia lavorava come meccanico); di regolare, invece, non c’era nulla, né un’autorizzazione né un piano di gestione dei rifiuti. L’avventura imprenditoriale della coppia, che per l’officina abusiva a cielo aperto aveva scelto il retro di un condominio di via Castellana, si è conclusa pochi giorni fa con il sopralluogo della polizia locale, una denuncia a piede libero per violazione delle norme in materia ambientale e per gestione illecita dei rifiuti, un verbale da 5 mila euro, l’ordine di ripristinare lo stato dei luoghi.



Un paio di mesi fa i residenti di via Castellana avevano notato larghe chiazze d’olio macchiare il torrente Cerca, che corre accanto al civico 17, segni evidenti di un inquinamento ambientale che arrivava dritto al Sile. Situazione che si ripresentava spesso, e che per questo è stata denunciata all’autorità. Le indagini sono partite subito, con il sopralluogo nella zona residenziale di via Castellana da parte del Nucleo Tutela Territorio della polizia locale. Ci è voluto più di qualche giorno per arrivare a scoprire le cause dell’inquinamento: i due meccanici abusivi, infatti, avevano ben nascosto la loro officina - priva di qualsiasi autorizzazione amministrativa e ambientale - tra i palazzi e la vegetazione (in uno spiazzo di proprietà condominiale), limitando il giro di clienti a pochi, fidati conoscenti.



Per tutto il resto, l’officina funzionava come un’attività commerciale vera e propria, con gli appuntamenti, la vendita di ricambi, le riparazioni. Finché gli agenti della polizia locale non hanno trovato la fonte dell’inquinamento, quei barattoli depositati al suolo, colmi di olio motore esausto, collocati accanto alle auto smontate in attesa di riparazione e alle attrezzature per il sollevamento dei veicoli. I responsabili, che abitano a Treviso da diversi anni, hanno allargato le braccia: in fondo, volevano soltanto lavorare, magari evitando i lacci e lacciouli della burocrazia italiana. E pazienza per come, in questi mesi, flora e fauna di Cerca e Sile sono state maltrattate dall’olio e dagli altri rifiuti dell’attività.

Un “bel colpo” per gli uomini della polizia locale di Treviso, guidati dal comandante Maurizio Tondato: «La nuova riorganizzazione che ci siamo dati ha permesso di avere più agenti sul territorio, e questo, assieme alla professionalità dei nostri agenti, ci ha permesso di raggiungere risultati positivi in tutti i settori di nostra competenza».

Anche il sindaco Giovanni Manildo si è complimentato per l’operazione: «Un risultato importante, un plauso ai nostri agenti e al comandante Maurizio Tondato per questa operazione che restituisce alla giustizia i responsabili e mette in sicurezza il nostro patrimonio ambientale».



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