Nonno investito e ucciso, la nipotina risarcita con 46 mila euro
L’incidente nel 2019 nell’Opitergino Mottense, quando la piccola aveva 7 anni. Dopo il no dell’assicurazione la causa. Il giudice: «Avevano un legame intenso, da quando il nonno è deceduto la bimba compone canzoni per lui»
![L’intervento dei carabinieri dopo l’incidente in cui l’anziano perse la vita nel 2019](https://images.tribunatreviso.it/view/acePublic/alias/contentid/1gxdt9mipf5gf82dt1l/0/copia-di-copy-of-01caape6x10001_109262346.webp?f=16%3A9&w=840)
Da quando il nonno è morto in un incidente stradale scrive canzoni in sua memoria, e piange per ricordarlo. Una dimostrazione di dolore e turbamento che ha convinto un giudice ad assicurare alla piccola, sette anni al momento dell’incidente, un risarcimento di 46 mila euro.
Si ha diritto al danno parentale pagato dall’assicurazione anche se a mancare è il proprio nonno. È quanto deciso dal tribunale di Treviso, che nei giorni scorsi ha condannato una compagnia a pagare poco più di 46 mila euro alla bambina residente nell’Opitergino Mottense dopo la morte del nonno in un incidente stradale nel giugno 2019: l’uomo stava attraversando la strada sulle strisce pedonali quando un’auto l’aveva falciato, provocandone la morte sul colpo.
L’assicurazione, che aveva già corrisposto 960 mila euro ai familiari, ha contestato di dover pagare anche i nipoti dell’anziano “non appartenendo alla cosiddetta famiglia nucleare della vittima”.
Contro questa interpretazione ha argomentato la famiglia, difesa dagli avvocati Paolo e Riccardo Ferri, e le loro tesi sono state accolte dal giudice del tribunale di Treviso.
«L’uomo aveva avuto con i nipoti una frequentazione assidua, pressoché quotidiana. In ragione dell’età dei nipoti (7 anni l’uno, 18 mesi l’altro), il tempo trascorso con il nonno aveva una connotazione prevalentemente ludica», scrive il giudice, rimarcando come il nonno e i nipoti giocassero nel giardino della casa con cui l’uomo abitava con la moglie e nonna dei bambini.
«È quindi verosimile che la relazione tra nonno e nipoti fosse connotata da profondo affetto», prosegue il giudice trevigiano. Questi ha escluso però dal risarcimento il nipote più piccolo, di appena un anno e mezzo quando il nonno morì, perché ha ritenuto che la sua tenerissima età non gli avesse ancora permesso di stabilire con l’anziano un rapporto tale che la sua morte ne avesse provocato una sofferenza meritevole di risarcimento.
Non così ha deciso per la nipote di sette anni: «I suoi comportamenti denotano nello stato d’animo della bambina la nostalgia del nonno: piange al suo ricordo oppure compone, in sua memoria, una canzone», ricorda il giudice. È
per questo motivo che la sentenza pronunciata lo scorso 8 gennaio ha condannato l’assicurazione a corrispondere alla bambina, ora tredicenne, un risarcimento di 46 mila euro, una decisione che certifica il profondo legame affettivo che si era instaurato fra nonno e nipote e che l’incidente automobilistico ha spezzato creando una profonda sofferenza per la bambina.
«La sentenza è importante perché ha riconosciuto il danno parentale a un nipote di 7 anni, il che conferma che anche a quell’età di può rimanere segnati per la morte del nonno, figura sempre importante nel nostro ordinamento giuridico», fanno notare gli avvocati che hanno difeso i due nipoti e la loro famiglia.
Oltre al versamento dei 46 mila euro di risarcimento, l’assicurazione è stata condannata al pagamento delle spese di lite che altrimenti avrebbero dovuto essere sostenute dalla famiglia.
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