Morto al rientro dal Congo, niente panico. Scongiurato il rischio contagio
Gli accertamenti imputano alla malaria il decesso di Andrea Poloni, 55 anni di Trevignano. La morte è da imputare a un caso acuto di malaria. Il caso dei dispositivi sanitari lasciati sul tavolo
Sospiro di sollievo a Trevignano alla notizia che il decesso del 55enne Andrea Poloni, tornato martedì della scorsa settimana dal Congo, è stato causato da una forma acuta di malaria che non è contagiosa. Questo infatti il responso in seguito agli esami eseguiti allo Spallanzani di Roma.
«Confermo che si è trattato di malaria e quindi non ci sono motivi di allarmismo in paese – dice il sindaco di Trevignano, Franco Bonesso – Avevo detto che avevo fiducia in quanto stava facendo la nostra Ulss 2 che non ci aveva chiesto alcun intervento precauzionale da parte nostra e aveva provveduto solo a mettere in isolamento precauzionale a casa la figlia, unico contatto che aveva avuto. Al di là di questo rimane il dispiacere per la scomparsa di una persona ancora giovane e voglio esprimere il cordoglio alla famiglia da parte di tutta l’amministrazione comunale».
Intanto ministero della Sanità e Istituto superiore di sanità ribadiscono che il 55enne «non avrebbe avuto alcun contatto con personale sanitario né si sarebbe mai recato in ospedale dall’insorgenza dei sintomi fino al loro peggioramento. Non risulta che abbia seguito alcuna terapia farmacologica».
A testimoniare la tragedia consumata lunedì, davanti all’abitazione di via Carso l’indomani erano rimasti i guanti chirurgici utilizzati dal personale sanitario, abbandonati lì, sopra il tavolo, vicino a un vassoio con dei cachi, nonostante in quelle ore si temesse che a stroncare il 55enne fosse stata una temibile malattia contagiosa. «Non è una bella cosa – commenta il sindaco di Trevignano – ma io non posso farci niente, non sono mai stato coinvolto in questa vicenda».
Era originario da Montebelluna, Andrea Poloni, poi si era trasferito a Signoressa di Trevignano dove conduceva un’azienda agricola che coltiva canapa e prodotti bio in via Carso, una delle mete dell’Agritour dei Cavedin, e la ditta SoloSole di impianti fotovoltaici. E proprio nella azienda di Signoressa, la Canapàri, lo scorso settembre Poloni aveva organizzato un evento di beneficenza a favore dell’associazione Bana Ekanga, di cui faceva parte, con cibi congolesi e laboratorio di panificazione con la kombucha.
«Era un carissimo amico d’infanzia, lo conoscevo da 50 anni – ricorda Pierluigi Sartor – i suoi abitavano all’incrocio tra viale Bertolini e via De Gasperi e andavamo assieme a scuola fin dalla prima elementare. Quando ci trovavamo da ragazzini andavamo sempre a giocare nel parco di Villa Bertolini. Ho ricordi indimenticabili con lui. Ogni tanto lo incontravo e andavamo a bere qualcosa assieme ed era l’occasione per rivangare i vecchi ricordi da ragazzini. Mi dispiace tanto che non ci sia più».
La data dei funerali non è stata ancora fissata. Tanti gli amici legati dai ricordi dei momenti vissuti assieme. «Era da tempo che non lo vedevo – dice Angelo Pietro Fasan – Era una persona piena d’iniziative, aveva cambiato molti lavori e amava girare il mondo, andava soprattutto in Africa con la sua compagna». «Ciao Andrea – è stato il saluto che ha voluto lasciare Tiziana Favero – se ne vanno sempre i puri».
Poloni era separato da una donna di origine somala. Lascia una figlia di 21 anni, Eleonora, che lunedì ha allertato i soccorsi prima della tragedia. Con la nuova compagna, la congolese Carol, fondatrice dell’associazione Bana Ekangaera e residente a Quero, nelle scorse settimane era andato in Repubblica Democratica del Congo per portare degli aiuti, poi il ritorno a casa e il decesso nel giro di soli sei giorni.
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