Addio a Rosanna Casellato, aveva fondato la Patologia neonatale di Treviso

Un'icona della sanità trevigiana, ha trasformato il reparto di Neonatologia e contribuito alla crescita della città

Andrea Passerini
Rosanna Casellato
Rosanna Casellato

Pioniera delle donne pediatre, fra le prime in Veneto, è stata la fondatrice della patologia neonatale. Con Rosanna Casellato, scomparsa l’altra sera a 97 anni, se ne va una protagonista della sanità e della Treviso del ’900.

Figlia del pasticciere Guiscardo, primogenita, si era laureata a Padova nel 1955, specializzandosi in puericultura e in pediatria. Al Ca’ Foncello entro in servizio alla sezione immaturi, come si chiamava allora.

Una folgorazione. Nel 1973 la libera docenza all’università, ma sin da subito si sarebbe battuta, con tutto il suo impegno, per trasformare la sezione nel reparto di patologia neonatale, inaugurato nel 1984 con lei primaria.

E certo portò la sua “creatura” a livelli di eccellenza assoluta, fiore all’occhiello della sanità trevigiana. Quanti uomini e donne, oggi, direttamente o meno, le devono la vita.

«Ha portato nella professione la determinazione del rugby, passione di famiglia. Era una rugbista dentro, non si arrendeva mai», la ricorda commossa Silvana Agostini, già primaria della Pediatria, «Ho lavorato con lei per tanti anni e ci ha trasmesso due insegnamenti fondamentali: il lavoro doveva essere anche un piacere, oltre che primario dovere. E quindi, ricerca sempre, studio senza fine. Ha unito medici e infermieri in maniera straordinaria, con quei neonati da salvare. E ancora, nel metodo: parlava con gli altri servizi, faceva rete, affrontava i problemi e li risolveva subito».

Schietta, pragmatica, dedita al lavoro, Casellato si è sempre esposta in prima persona. Memorabile un intervento a un convegno sulla sanità di genere: «Innanzitutto siamo medici», esplose, «poi donne o uomini».

Esponente di una delle dynasty più famose di Treviso, tra paste, palla ovale, scienza e amore per la città non esitò neppure a scendere in politica, per «fare il bene di Treviso». Nel 1994 si candidò per Gentilini, cerando non poche scintille con il fratello Loris, storico socialdemocratico. Fu presidente dell’allora circoscrizione A Centro Storico, ma poi lasciò, in collisione con la lega (e nel 1998, corse per Progetto Nord Est per Paolo Bresolin, non esitando a criticare Gentilini), infine nel 2008 la candidatura in Treviso Mia con Franco Rosi

Innumerevoli i premi e i riconoscimenti, fra cui il Treviso Donna 2009, quello dell’Ordine dei medici e della Società di pediatria. Vasto il cordoglio in città, non solo negli ambienti medici e in piazza. Nel 2019 aveva perso il marito Gianfranco Biggi. Lascia i figli Carlo e Piero, i tre amatissimi nipoti, e la covata dei “Caseàti”.

La nipote Silvia, pediatra, ha raccolto il testimone. Lunedì 24 marzo alle 11, al duomo, i funerali.

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