«Mi piove in casa, l’Ater dov’è? Anni di segnalazioni a vuoto»

Anziana residente in appartamento dell’ente regionale chiede aiuto Il sindacato Spi-Cgil: «Non può continuare a vivere in condizioni simili»

MOTTA DI LIVENZA. «Piove in casa e la mia situazione è invivibile, da un anno aspetto che chi di dovere risolva questo disagio». Bruna Mian, 75 anni, vive dal 1962 in via Cesare Battisti, al numero 8 di un condominio Ater realizzato nel 1954. Una delle case del dopoguerra o, come venivano chiamate, le case di Fanfani. Spicca ancora nella parete esterna dell’edificio il simbolo della rondine.

«Vivo qui dal 1962, la proprietà del immobile è dell’Ater», racconta la signora che ha accolto i rappresentanti dello Spi Cgl, il sindacato dei pensioneri, nella propria casa, disseminata di bacinelle per la raccolta dell’acqua piovana.

il sindacato

«Siamo stati contattati dalla signora Bruna», spiegano al sindacato dei pensionati di Motta. «Cerchiamo di raccogliere le segnalazioni dal territorio e di agire per il bene degli anziani. La signora non può continuare a vivere in queste condizioni».

«Il tetto è completamente compromesso, mi piove in casa. È da anni che la situazione delle infiltrazioni d’acqua va avanti, ma nell’ultimo anno il disagio è davvero peggiorato e non so più che fare. Ho contatto l’Ater per spiegare la situazione. È stato fatto il preventivo e una ditta ha già preso in carico il lavoro. Ogni lunedì mi dicono che arrivano e naturalmente non arriva mai nessuno. La brutta stagione e le piogge sono in arrivo e io temo il peggio perché i muri sono pregni d’acqua» .

Le infiltrazioni d’acqua dal tetto stanno causando il distacco dell’intonaco e perfino la fotografia della nipote di Bruna appesa al muro è completamente rovinata dall’umidità.

A tutto ciò si aggiunge il proliferare della muffa, pericolosa per la salute della signora anziana che vive sola. «Ricordo una notte in cui stavo dormendo e fuori c’era il temporale, mi sono svegliata con i piedi completamenti bagnati. Li ho chiamati tante volte: le finestre le ho sistemate da sola a spese mie, mettendo il doppio vetro. Le imposte le ho sostituite prendendo quelle di uno dei vecchi appartamenti che erano in condizioni migliori delle mie. Ma anche queste sono completamente deteriorate dal tempo».

le scale

La donna ogni giorno è costretta a fare ben tre rampe di scale per poter scendere o accedere alla propria abitazione. «Mio marito avrebbe voluto acquistare l’appartamento, ma è morto. Ho cresciuto i miei sette figli e ora vivo sola in questa casa. Se non vogliono sistemarmi il tetto, almeno che mi diano un altro alloggio sostitutivo, cosa che peraltro ho già chiesto. Inizio a essere vecchia, mi sono operata diverse volte anche alle gambe e inizia a essere difficile fare le scale. Ricordo un anno in cui mi è nevicato dentro al ripostiglio. L’acqua entra da tutte le parti. Con la mia pensione non mi posso permettere i lavori di sistemazione del tetto. Tutte le migliorie che sono state fatte in questa casa sono state fatte a spese mie».

l’affitto

Oltre al danno anche la beffa, alla signora hanno raddoppiato l’affitto, una cifra esigua per qualcuno, ma non per chi vive in queste condizioni e con una pensione minima. —

Gloria Girardini

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