Meeting di Villorba, crisi in tribunale si va verso il concordato

VILLORBA. La Meeting di Villorba chiede il concordato preventivo o la ristrutturazione del debito. Schiacciata da una crisi finanziaria che si trascina da tempo, l’azienda tessile si è vista concedere tempo fino al prossimo 9 marzo dal tribunale di Treviso per presentare la propria proposta.
Mezzo secolo di storia da celebrare il prossimo anno, ora l’azienda villorbese fondata nel 1967 si trova di fronte a un bivio delicatissimo. Dovesse andare in porto il piano di ristrutturazione del debito, l’attività potrebbe proseguire con un concordato in continuità. La proprietà, nella persona del presidente del consiglio di amministrazione, Renato Vendramel, sta cercando qualcuno in grado di subentrare - non si sa con quale quota - iniettando risorse fresche. Al momento, però, non ci sarebbero potenziali compratori all’orizzonte. L’alternativa sarebbe quella di - una volta raggiunto l’accordo con i creditori - ripartire con una società veicolo, anche facente capo alla proprietà attuale.
Sono una sessantina, attualmente, i dipendenti in organico alla Meeting, che realizza il marchio omonimo e quello Deha (tra le testimonial anche Elisabetta Canalis). Faldoni e bilanci sono arrivati da un paio di giorni sulla scrivania di Danilo Porrazzo, che secondo il tribunale «dovrà vigilare sull’attività che la società ricorrente andrà a compiere fino alla scadenza» del 9 marzo.
La crisi iniziata attorno al 2008 non ha risparmiato sin da subito l’azienda villorbese fondata e diretta da Renato Vendramel, industrial designer, e Raimondo Tauro, primo italiano a superare i due metri nel salto in alto, atleta poi divenuto imprenditore. Per ridurre i costi nel 2010 era stata chiesta la cassa integrazione per 13 persone tra operai e impiegati, su un totale allora di 87 dipendenti. Per far fronte alla concorrenza, l’azienda aveva avviato un profondo processo di delocalizzazione a termine del quale erano stati lasciati a Lancenigo la testa del gruppo, il magazzino e il controllo della qualità. Qui nella Marca vengono controllati il marchio sportivo Meeting e quello di abbigliamento casual e per la danza Deha. Il fatturato ha iniziato un’inesorabile discesa sotto quota 40 milioni di euro (a fronte dei 41 del 2008). Le vendite del gruppo erano concentrate soprattutto sul mercato italiano (circa tre quarti del volume d’affari), circostanza che ha aggravato la crisi, zavorrata dal calo di consumi in Italia.
Già nel 2008 anche i primi segnali di crisi finanziaria, quando Meeting Group aveva iniziato un programma di ristrutturazione del conto economico che ha dato i primi risultati nel 2009 con riduzione dei costi promozionali e di pubblicità.
Ora, come detto, il bivio per un’azienda che è stata tra le prime a cercare di tradurre e declinare l’abbigliamento sportivo per la vita di tutti i giorni. La richiesta di concordato con riserva è stata presentata da Vendramel lo scorso 25 ottobre. Il commissario dovrà esprimere il proprio parere anche sull’istanza di autorizzazione allo scioglimento o alla sospensione dei contratti in corso di esecuzione contenuta nel ricorso, come si legge nel decreto del tribunale di Treviso.
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