Maxi truffa col resort di lusso: 2 indagati

Un resort extralusso a otto stelle in un atollo da favola al largo delle coste caraibiche del Belize. Questo l’investimento immobiliare che 200 persone sparse in tutt’Italia erano convinte di aver realizzato versando il loro denaro alla Puerto Azul International Holding Corp con sede alle Bahamas. Peccato che le due isole su cui il complesso doveva sorgere non fossero di proprietà della società e che quell’area sia totalmente inedificabile in quanto sottoposta a tutela ambientale. Insomma il mega resort era destinato a restare soltanto sulla carta.
È il maxi raggiro scoperto dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Varese che ieri ha arrestato sette persone accusate di far parte di un'organizzazione criminale internazionale dedita alla truffa aggravata, appropriazione indebita, abusiva attività finanziaria e bancaria, sollecitazione abusiva del risparmio, ostacolo alle funzioni di vigilanza, riciclaggio, falso in atti e sostituzione di persona. Tre gli indagati in Veneto: il legale rappresentante di una società che ha sede a Treviso, un promotore di Preganziol e un architetto di Feltre. Gli investigatori delle Fiamme Gialle erano ieri in città, negli uffici della Costanza Fiduciaria, per l’acquisizione di una serie di documenti ritenuti in qualche modo collegati all’operazione “Puerto Azul”.
Il sospetto degli investigatori è che la società sia stata utilizzata per fare da sponda con i conti lussemburghesi di alcune persone coinvolte; sotto inchiesta è finita una referente della fiduciaria. Il promotore di Preganziol, invece, avrebbe partecipato materialmente alla raccolta di fondi, convincendo i risparmiatori a versare una quota per comprare una “fetta di paradiso” ai Caraibi. L’architetto di Feltre, infine, avrebbe partecipato alla redazione del rendering relativo al resort extra lusso. Sono complessivamente venti gli indagati nell’ambito della maxi-truffa finanziaria nella quale sono state coinvolte - totalmente a loro insaputa - anche star hollywoodiane del calibro di John Travolta e Kelly Preston, nonché Andrea Bocelli. I vip, secondo quanto riferito dagli inquirenti, avevano partecipato a un evento a Cannes e sono poi stati utilizzati come “specchietto per le allodole”, per attirare i risparmiatori.
«L'immagine delle star è stata strumentalizzata, erano assolutamente estranee al progetto», ha sottolineato a tal riguardo il procuratore della Repubblica di Busto Arsizio Gianluigi Fontana, «Andrea Bocelli in particolare ha dato un contributo cospicuo alle indagini». Il raggiro si basava sulla stipula di contratti artificiosi mediante bonifici su conti di sponda tra quelli dell’organizzazione all’estero e quelli dei clienti. Tra gli investitori c’erano anche imprenditori che ripulivano il nero dell’evasione.
A capo dell’organizzazione, secondo le Fiamme Gialle, c’erano due italiani, entrambi destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare: si tratta di Domenico Giannini originario di Gallarate, ma residente a Lugano e di Fabio La Rosa, broker finanziario e impresario residente a Santo Domingo con cittadinanza americana e italiana. Attraverso una rete di collaboratori, avrebbero indotto oltre 200 persone tra risparmiatori e investitori a impegnare in totale 20 milioni.
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