Maxi polo logistico lungo la A4 fermato da un pignoramento. Quasi metà dei terreni finisce all’asta
![Una protesta contro il maxi polo logistico](https://images.tribunatreviso.it/view/acePublic/alias/contentid/97474c40-9260-48a1-a118-07e585ef9121/0/13.webp?f=16%3A9&w=840)
Pesante battuta d’arresto per il progetto del maxi polo lungo l’A4 tra Casale e Quarto d’Altino: i terreni del capocordata finiscono all’asta dopo essere stati pignorati. L’operazione di vendita, prevista per il prossimo 3 ottobre, è il risultato di un’esecuzione immobiliare promossa dalla Amco Asset Management, la società del Ministero delle Finanze incaricata di gestire i crediti deteriorati delle banche venete (Veneto Banca e Popolare di Vicenza) finite in liquidazione.
Il valore complessivo delle aree è stato stimato in 8 milioni. Si tratta di due lotti separati, uno di circa 138 mila metri quadrati, l’altro di 51 mila. Terreni di proprietà della Società Trevigiana Finanziaria e di Partecipazione e rappresentano la quota di maggioranza, il 37%, dell’area da 500 mila mq dove è previsto il più grande insediamento logistico della Marca.
Si tratta di una vasta area che oggi appare come una distesa agricola (grande come 70 campi da calcio) compresa tra due aree industriali, di Quarto d’Altino a est e quella di via San Michele a Casale, a ovest. Si spinge poi a sud fino al confine con via degli Angeli, a Bonisiolo. Nell’aprile 2020, dopo una lunga fase di stallo, la giunta comunale ha adottato un piano urbanistico destinato a trasformare l’area mettendola a servizio del nuovo boom della logistica, che vede nella Marca anche gli investimenti di Amazon in Treviso Mare, e a San Giuseppe (pronto da oltre un anno ma mai aperto).
Il progetto, redatto dallo studio Mate Engeneering, prevedeva tre maxi capannoni: uno da 42 mila metri quadrati, uno da 58,7 mila e uno da 40 mila, più parcheggi, viabilità e aree di mitigazione. Oltre un anno fa, nel maggio dell’anno scorso, il piano ha ottenuto il via libera della commissione regionale Vas. Ma nei mesi successivi, anche per via di contrasti interni alle diverse proprietà, l’operazione si è ritrovata col freno a mano tirato.
Le società che inizialmente hanno presentato il piano erano cinque: con la Società Trevigiana Finanziaria Immobiliare e di Partecipazione srl amministrata da Enzo Zugno che può essere considerato il regista dell’iniziativa, partecipano l’Immobiliare Quadrifoglio (Roberto, Maurizio e Renato Grigolin, titolari del colosso del calcestruzzo), l’Immobiliare al Mulino, il Centro Fornaci e International Spc.
Nel tempo si sono affiancate altre srl, in particolare la Due srl, che avrebbe dovuto acquistare i terreni del Centro Fornaci (un’altra importante area di circa 15 ettari) per conferirli in una nuova società-consorzio, nel frattempo costituita, la “Parco Tematico srl”. Tra il 2021 e il 2022 attorno a questo passaggio sono sorti diversi contenziosi. Ora un’altra doccia fredda. La piena titolarità delle aree da parte di tutti i soggetti coinvolti (come più volte ribadito dalla sindaca di Casale Stefania Golisciani) è una delle condizioni imprescindibili per dare corso all’operazione. Se ne riparlerà dopo l’asta di ottobre, offerte da 6 milioni.
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