In stato vegetativo dopo l’emorragia cerebrale, Marta muore a 21 anni

La storia di Marta Mazzuccato è diventata simbolo di forza, speranza e amore grazie alla dedizione dei suoi cari e al sostegno degli amici, che non l’hanno mai lasciata sola, contribuendo alla campagna di raccolta fondi per sostenere le costose cure

Savina Trevisiol

Una vita spezzata troppo presto quella di Marta Mazzuccato: la giovane colpita da un’emorragia cerebrale nel 2020 a soli 16 anni, si è spenta nella notte tra venerdì e sabato nella sua casa a Villorba, circondata dall’affetto della famiglia che in questi anni si era dedicata a lei con tutto l’amore possibile.

La sua storia è diventata simbolo di forza, speranza e amore grazie alla dedizione dei suoi cari e al sostegno degli amici, che non l’hanno mai lasciata sola, contribuendo alla campagna di raccolta fondi per sostenere le costose cure. Il dramma di Marta era iniziato improvvisamente durante una giornata estiva, mentre si trovava al mare con un’amica.

Un’emorragia cerebrale massiva ha sconvolto la sua giovane esistenza, costringendola a un lungo percorso ospedaliero. Nei mesi successivi, la sua condizione era rimasta critica, con momenti di apparente miglioramento seguiti da nuove crisi. La lotta di Marta si è protratta per oltre quattro anni, fino alla sua recente scomparsa, lasciando un vuoto incolmabile in chi l’ha amata e sostenuta fino alla fine. Il funerale verrà fissato nelle prossime ore.

L’amore di una famiglia

Fin dal primo istante, i genitori Gianluca Mazzuccato e Barbara Mosole, insieme alla sorella Valentina che aveva aperto un blog, hanno affrontato questa prova con una dedizione assoluta, trasformando ogni giorno in una battaglia per garantire a Marta la migliore qualità di vita possibile.

Dopo un lungo ricovero in ospedale, Marta era stata riportata a casa nel maggio 2021, con una diagnosi di stato vegetativo permanente.

La decisione di accoglierla in un ambiente familiare, attrezzato per rispondere alle sue necessità, è stata dettata dall’amore e dalla convinzione che Marta avrebbe tratto beneficio dalla vicinanza dei suoi cari.

Ogni piccolo segnale di reattività, come un lieve movimento o uno sguardo, è stato accolto come una conquista straordinaria, alimentando la speranza di chi non ha mai smesso di credere in lei. Per sostenere Marta in questo lungo cammino, la famiglia, con l’aiuto di amici e sostenitori, ha dato vita a un progetto di riabilitazione personalizzato, con l’obiettivo di garantirle cure e stimoli continui.

La riabilitazione

 

Tra le figure professionali coinvolte, il logopedista cognitivo ha avuto un ruolo fondamentale nel cercare di stimolare le sue capacità residue, mentre il fisioterapista ha lavorato costantemente per mantenere la sua mobilità, affiancando il personale sanitario dell’Ulss 2.

Per rendere la gestione domestica più agevole, la famiglia aveva attrezzato l’abitazione con dispositivi specifici. Nonostante le sue gravi condizioni, ogni piccolo progresso era motivo di gioia e di rinnovato impegno per chi le stava accanto.

La canzone

La storia di Marta ha ispirato una canzone speciale, La Stella di Marta, scritta dall’amico Diego Cattarossi e interpretata dal padre Gianluca. Questo brano, carico di emozione e significato, non è stato solo un omaggio alla sua resilienza, ma anche un mezzo per sensibilizzare e raccogliere fondi per le sue cure.

Il videoclip della canzone, pubblicato su YouTube, ha raggiunto molte persone, raccontando attraverso parole e immagini il difficile percorso di Marta. Le riprese alternano momenti della sua vita prima dell’emorragia a quelli vissuti dopo, testimoniando l’amore che la circondava.

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