Sparatoria e inseguimento a Mareno, condannato a 2 anni e 2 mesi
L’uomo aveva forzato un posto di blocco e speronato due gazzelle, quattro i feriti. I carabinieri avevano risposto a colpi di mitra, riuscendo a bloccare il fuggitivo

È stato condannato a due anni, due mesi e 20 giorni Michele Lucchesi, 52 anni, l’uomo che nel novembre scorso fu protagonista di un folle inseguimento, a bordo di un’auto rubata, iniziato a San Polo di Piave e terminato nel Marenese. Davanti al giudice Laura Contini doveva rispondere dei reati di resistenza a pubblico ufficiale, per non essersi fermato all’alt dei carabinieri ed aver continuato a velocità folle la sua fuga su una Hyunday rubata, tanto da rischiare di investire un militare dell’Arma della stazione di San Polo, che gli sparò tre colpi con una mitraglietta M12, e di lesioni personali aggravate per aver ferito quattro carabinieri che erano a bordo di due pattuglie speronate dal fuggitivo.
Per Lucchesi (difeso dall’avvocato Katia Falcomer), il pubblico ministero Barbara Sabatini aveva chiesto una condanna più pesante a quattro anni e 4 mesi.
La vicenda ha inizio la sera prima dell’inseguimento quando Lucchesi, un trevigiano che risiede a Santa Bona, con alle spalle diversi precedenti per furto, in particolare d’auto, ruba una Hyundai blu metallizzato a San Biagio di Callalta.
Il giorno successivo, il 14 novembre, i carabinieri si sono messi sulle sue tracce individuando il veicolo rubato a San Polo di Piave. Alla vista della gazzella dei militari Lucchesi ha premuto sull’acceleratore dando il via ad una fuga da film, fra sorpassi pericolosi e precedenze ignorate. Nel tentativo di fermare il fuggitivo, i carabinieri hanno predisposto un posto di blocco lungo la provinciale fra Cimadolmo e Vazzola.
All’alt il 52enne non ha esitato a premere sull’acceleratore, dirigendosi verso i militari pronti a fermarlo. Capite le intenzioni di Lucchesi uno dei carabinieri, sentendosi in pericolo, ha reagito esplodendo tre colpi di mitra M12 che hanno forato la fiancata del veicolo. Un dramma sfiorato che avrebbe potuto costare la vita agli uomini in divisa e allo stesso Lucchesi.
Dal posto di blocco, poi, ha preso il via la seconda parte dell’inseguimento che dalla provinciale si è spostato lungo via Conti Agosti, fino a Bocca di Strada, fra Mareno e Santa Lucia dove una gazzella, all’altezza della chiesa del paese, ha tagliato la strada alla Hyundai, speronandola. Il tutto sotto gli occhi dei residenti, costretti a evitare l’auto che poco prima di essere fermata aveva affrontato la rotonda contromano.
Non è bastato vedersi accerchiato da tre auto dei carabinieri, anche senza via di scampo Lucchesi non s’è arreso. Costretto a scendere dall’auto il 52enne ha tentato di resistere agli ufficiali, dando vita ad un ultimo violento corpo a corpo terminato con il suo trasporto all’ospedale di Conegliano. Ora è arrivata la condanna per quell’ordinario pomeriggio di autentica follia.
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