Malore in montagna, l’alpino trevigiano Venturino Cagnato in coma
La penna nera del Città di Treviso, donatore Avis, aveva raggiunto la casa di Alleghe. In ansia il mondo del volontariato
TREVISO. «Non mi sento bene», ha fatto in tempo a dire alla moglie, mentre arrivava alla sua casa in montagna ad Alleghe, per le vacanze di Ferragosto.
Ha parcheggiato l’auto davanti alla casa, è sceso, si è subito seduto. Il malessere continuava, ha deciso di stendersi. Immediato l’allarme della consorte, sconvolta, che ha chiamato il 118. L’attacco più terribile - un aneurisma? – gli è arrivato però quando i soccorritori erano già arrivati. Quindi è stato caricato in ambulanza per trasportarlo a sirene spiegate all’ospedale di Belluno.
Adesso Venturino Cagnato, 76 anni, è ricoverato in gravissime condizioni nel reparto di Terapia Intensiva all’ospedale di Belluno.
È in coma - in un quadro clinico critico - assistito dai suoi familiari e sostenuto in questa battaglia dalle altre sue famiglie, quella degli alpini e quella dei donatori di sangue.
Tutte in ansia, da giovedì mattina, tutte a sperare e ad aggrapparsi alla sua fibra, alla sua tempra, alla Provvidenza, e materialmente ai telefonini, in attesa di notizie più confortanti dall’ospedale bellunese.
La notizia del malore di Cagnato è rimbalzata immediatamente in città, dal mondo dell’associazione Alpini a quello del volontariato fino allo sport, i cardini di una vita intensa tutta dedicata allo slancio verso la Patria e gli altri, verso chi ha bisogno, nel segno della generosità e della solidarietà più incondizionata che dà senza chiedere.
Destando ovunque vasta emozione e trepidazione. Da ieri mattina, si sono mossi il suo gruppo Ana, il “Città di Treviso”, ma anche l’Avis, di cui è stato storico socio e presidente comunale per anni fino al 2004. E il calcio: dopo essere stato un buon giocatore ha allenato diverse squadre, a Dosson a San Giuseppe.
Ma anche le istituzioni – informato subito il sindaco Mario Conte, che da Cagnato aveva avuto pochi giorni fa l’invito a raggiungerlo in montagna per una camminata – e le migliaia di penne nere della Marca, dal suo gruppo di Treviso, di cui è stato consigliere sezionale per due mandati, – presidenze Panno e Piovesan – alle altre tre sezioni trevigiane.
Cagnato è un pilastro degli alpini del capoluogo. Era lui il capogruppo del Reginato nel 2014 quando i tre gruppi – gli altri erano il Salsa e il Treviso città – diedero vita alla fusione nel supergruppo, concretizzando l’idea di Adriano Giuriato, assieme a Franco Zordan e Maurizio De Biasio. E per un anno, assieme agli altri due capigruppo, ha fatto da triumviro traghettatore verso il nuovo “Città di Treviso”.
Ed è stato in primissima fila nell’organizzazione delle adunate del 1994 e del 2017. Sempre presente alle adunate nazionali, trivenete e sezionali.
In pensione dopo una vita alla Chiari&Forti della Silea dov’era cresciuto, Cagnato è donatore storico dell’Avis – quello di Treviso peraltro è il più antico gruppo d’Italia – nonché vicepresidente provinciale, attualmente consigliere provinciale. Abita a San Liberale.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso