Maeba di Fossalunga, la moda è sostenibile: i tessuti scartati dalle griffe rinascono fra mercati e sfilate

Saporiti, attivi dal 1928 come ambulanti, svoltano nel 2006 con Angelo, ex fornitore Benetton e Stefanel.

La ceo Savina: «Marchio ReLiveTex e certificazione: riuso, risparmio, inedite filiere». Quinta generazione

Andrea Passerini
Angelo Saporiti, Savina e Martine
Angelo Saporiti, Savina e Martine

VEDELAGO. Trentamila campioni di tessuti. Oltre quattro milioni e mezzo di metri lineari, con cui si potrebbe fasciare l’Equatore per 225 volte. La chiamano l’astronave, questo trionfo della vista, ma non siamo nello spazio.

Questo caleidoscopio infinito di colori, disegni e fantasie è lo spettacolo donato da un capannone a pochi metri dalla Castellana, a Fossalunga di Vedelago. E quando passi tra gli enormi banchi, e ti metti a sfiorare cotone e sete, cashmere e velluti, lini e broccati, vivi anche un’esperienza tattile.

Lo showroom di Vedelago
Lo showroom di Vedelago

Tutto era destinato allo smaltimento, scarto industriale di brand e tessiture, dalle griffe più famose del gotha internazionale a quelle meno conosciute. E invece la missione, imprenditoriale e di vita, della famiglia Saporiti è di trasformare questo immane surplus tessile, senza futuro, in nuova risorsa. Non è finita in discarica, non è stata smaltita, non è stata incenerita, con relativi costi e pesanti dazi ambientali.

No. A Fossalunga questo tesoro di stoffe e colori rinasce, si rigenera, magari con le ispirazioni che danno i manichini che impreziosiscono la showroom, inedita collezione in embrione, della stilista di casa, Martine. Una scommessa green e sostenibile, lanciata pionieristicamente nel 2006 da Angelo Saporiti, quando non era il mantra di oggi.

Alcuni tessuti in esposizione
Alcuni tessuti in esposizione

E l’astronave è il cuore nascosto di un polo di 12 mila metri quadri, con la showroom a ridosso della Castellana. Sarà questione di storia e Dna.

Radici lombarde, con Pepin, nonno di Angelo, che a Busto Arsizio ha cominciato nel 1928 a fare l’ambulante dei tessuti: case e paesi, mercati e feste. Poi il figlio Rizzieri, che consolida l’attività del papà fondatore, prima della svolta impressa da Angelo, che si trasferisce giovanissimo nel Nordest folgorato da un imprenditore che rivoluziona il settore e il mondo, con i suoi colori: Luciano Benetton. Ne diventerà in pochi anni il maggior fornitore. Così come di Bepi Stefanel, fraterno amico.

Angelo assicura che è soprattutto questione di valori: «Il nonno e mio padre dicevano che bisogna dare per non essere in debito, e che non bisognava puntare a ricariche eccessive sui prezzi, non sarebbe il modello dei commerciali di oggi», ci tiene a dire.

Ora il timone è nelle mani di Savina, figlia di Angelo, che continua comunque a presidiare la sua creatura. E Matteo, nipote di Savina, segna l’ingresso della quinta generazione, in attesa che i figli della ceo completino la loro formazione.

«Vogliamo esaltare il made in Italy, la sua creatività, ma con un tocco in più», spiegano i Saporiti, «preservare il gusto, lo stile italiano, la qualità, ma anche valorizzare quello che le aziende ritengono invece si debba scartare, per creare in seconda battuta capi esclusivi, unici. Quella che chiamiamo moda sostenibile non meno importante e pregiata della moda classicamente intesa».

Economia circolare perfetta, con il concetto basilare del recupero del waste, cioè di quello che andrebbe buttato o smaltito. «Non c’è solo il riuso», sottolinea Savina Saporiti, «ma anche il risparmio di materie prime, energia, acqua, sostanze chimiche».

E poi i risvolti economici e produttivi: l’innesco di nuove filiere, opportunità sulla frontiera del recupero, potenzialità di nuovi mercati e know how, aggiornamento dello sviluppo dei prodotti e della strategie di showroom, anche alla luce delle rivoluzioni portata dalla pandemia. E le sfilate del ReLiveTex, molto più di una vetrina.

La sala del campionario
La sala del campionario

«Non facciamo capi, siamo disponibili e aperti a partnership dove mettiamo tutto il nostro sapere», spiegano ancora i Saporiti. Facile anche lo slogan, su queste basi che uniscono visione del mondo, filosofia e strategia imprenditoriale: “L’eccellenza dall’eccedenza”. Che diventa anche ricerca e innovazione spinta al massimo: il certificato ReLiveTex consente infatti di tracciare tutta la storia dei tessuti.

Maeba International è stata anche la prima azienda al mondo ad ottenere la certificazione UNi en Iso 14021:2016, per la sua filiera che rigenera materiale di scarto. E poi la sala del campionario, altro gioiello senza eguali.

I dipendenti sono attualmente dodici, tre sono gli stagisti. L’ultima frontiera sono le collaborazione con le scuole, e i poli di altissima formazione e specializzazione nel design.

L’Its Cosmi di Bassano, l’istituto europeo del Design di Firenze, lo Iuav di Venezia: sinergie per un futuro ecologico.

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso