Sì della Soprintendenza, la Maddalena di Canova arriva in mostra a Santa Caterina
Il mancato prestito dell’opera a Treviso aveva creato un caso e gli organizzatori avevano collocato una sagoma polemica. Nelle scorse ore la comunicazione che ha sbloccato lo stallo fra Venezia e Ministero. L’opera sarà visibile dopo Pasqua

Si è sbloccato l’iter burocratico, inceppatosi fra Venezia e Roma. Per la “Maddalena giacente” del Canova, che mancava ancora alla mostra sulla Maddalena aperta da una decina di giorni a Santa Caterina.
Martedì 15 aprile – e per un curioso gioco del destino, proprio mentre il sindaco Mario Conte era con il suo collega di Possagno, Valerio Favero – è giunta comunicazione della pec con cui la Soprintendenza veneziana autorizzava il trasporto dell’opera del Canova dalla Gypsotheca di Possagno al museo di Treviso, nella grande mostra temporanea “Maddalena e la Croce. Amore Sublime”, realizzata dai Musei Civici di Treviso con la curatela del loro direttore, Fabrizio Malachin, aperta il 5 aprile scorso e che sarà visitabile fino al 13 luglio.
Ora la Maddalena giacente potrà occupare lo spazio che all’inaugurazione, con una chiara provocazione, gli organizzatori e lo stesso sindaco avevano coperto con una sagoma disegnata su uno strato di plastica rossa.
Come quella dei tecnici della scientifica dopo un omicidio, che evocava invece la mancanza dell’opera canoviana. Ed una foto che altrettanto “virtualmente” mostrava quel che mancava… in presenza.
«Penso che appena dopo Pasqua la mostra sarà al completo» ha detto Conte, «con la collocazione in quel sito del capolavoro di Canova».
Si è risolto dunque il singolare caso burocratico amministrativo: il prestito della Maddalena era già stati concesso dalla Gypsotheca di Possagno, a fronte di tutte le garanzie necessarie. E in cambio del prestito i Musei Civici si erano impegnati a restaurare il gesso canoviano dell’Amorino del 1786. E invece, non era arrivata.
Cos’era successo, nelle settimana precedenti l’apertura della mostra? «Un rimpallo di responsabilità tra Ministero e Soprintendenza», aveva sottolineato allora il sindaco Conte, «mancava una firma, una presa di responsabilità».
Chissà se ora Conte inviterà ministro e Soprintendente alla mostra, come aveva annunciato in quell’occasione. Certo ha applaudito, insieme al collega Favero, sancendo la sinergia fra il comune pedemontano natale di Canova ed il capoluogo della Marca, che allo scultore ha intitolato il suo aeroporto, oltre allo storico liceo classico.
Certamente, lo sblocco del prestito assicura il restauro dell’altra opera canoviana. «Diciamo che c’è stata una felice sinergia tra i due comuni, e pure tra noi amministratori», ha commentato ancora Conte.
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