Lupo solitario sul Montello: «E’ l’avanguardia di un possibile branco»

Fotografato in zona Ciano da una guida naturalistica. «Scende dalle Prealpi, presto metterà su famiglia e caccerà cinghiali. Informazione e dialogo con la popolazione»

Gino Zangrando
Il lupo pasteggia con la carcassa di un animale a Ciano del Montello (dal video di Andrea Serena)
Il lupo pasteggia con la carcassa di un animale a Ciano del Montello (dal video di Andrea Serena)

Da qualche mese un lupo si aggira ai piedi del Montello e potrebbe essere l’esemplare “Alpha” cioè il fondatore di un nuovo branco, non appena molto probabilmente verrà raggiunto da un partner dell’altro sesso (non è stato possibile infatti ancora capire se sia un maschio o una femmina). «Si tratta di un esemplare in dispersione, cioè che una volta raggiunta un’età tra uno e due anni, ha lasciato il branco in cui è nato per cercare un suo territorio», osserva Andrea Serena, guida naturalistica, educatore ambientale nelle scuole e grande appassionato della fauna selvatica, che ad aprile è riuscito a immortalare con una fototrappola il nuovo residente del Montello mentre stava mangiando una carcassa nella zona del “Coston” del Montello, a Crocetta.

Il precedente

Nella stessa zona, tra il Montello e le grave di Ciano, era stata immortalata a maggio 2022 la giovane lupa Luna (così battezzata dal gruppo dei ricercatori che la segue e la monitora attraverso un radiocollare) proveniente dal branco del Monfenera, ma in quel caso, si è trattato solo di una breve esplorazione. Invece l’esemplare immortalato ad aprile è stato ripreso anche in altre zone per cui, secondo Serena, si può ipotizzare che i tempi siano maturi per una presenza stabile.

«La zona prealpina che confina con le nostre terre è ormai satura di branchi, che hanno occupato tutti i territori disponibili e questo porterà presto o tardi all’arrivo di altri lupi nella zona Grave-Montello, area a loro favorevole perché ricca di ungulati da cacciare», prosegue l’appassionato di zoologia.

Per Serena il ritorno del lupo in zona, da dove mancava da più di 150 anni, è un dato positivo che dimostra l’importanza faunistica del corridoio ecologico delle grave di Ciano e inoltre può avere ricadute utili per la riduzione del numero dei cinghiali sul Montello, noti per i danni che provocano. Ma non nasconde alcune criticità: «Sarà importante gestire correttamente il conflitto che l’uomo ha con questo canide, comprendendo e rispettando sia i diritti dell’animale sia quelli degli allevatori, pastori, e cittadini tutti, perché venga instaurato un giusto equilibrio tra le parti».

Dialogo e informazione

Per farlo, secondo Serena, è importate informare correttamente, spingere sull’educazione ambientale nelle scuole e intervenire anche per risolvere l’incivile questione dei cani randagi o rinselvatichiti. «In Italia sono più di 700 mila contro i circa 3.300 lupi, numeri che fanno riflettere. Questa realtà non è confinata al Sud, esiste anche sul Montello dove è comprovata la presenza di cani vaganti (hanno un padrone, ma girano liberi ndr) di media e grossa taglia, anche più grossi dei lupi, che negli ultimi anni si sono resi protagonisti di varie uccisioni di animali domestici e non».

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